Il rock and roll non è solo un genere musicale; è un fenomeno culturale che ha definito e plasmato l’identità di intere generazioni. Dalle sue radici nel rhythm and blues e nel country fino alla sua consacrazione nella Rock and Roll Hall of Fame, questo stile ha attraversato decenni, evolvendosi e influenzando profondamente la cultura popolare. Personaggi come Elvis Presley hanno non solo segnato l’inizio di un’era ma hanno anche dimostrato il potere immortale del rock and roll, rendendolo un simbolo di ribellione e libertà. La sua importanza va oltre la musica, influenzando moda, linguaggio e stili di vita, consolidandosi come pilastro della cultura contemporanea.
Questo articolo vi guiderà attraverso un viaggio che esplora i segreti del rock and roll, dalle sue origini fino all’ascesa di icone indimenticabile. Scoprirete le radici profonde del rock ‘n’ roll e come artisti pionieri hanno posto le basi per quello che sarebbe diventato un fenomeno globale. Analizzeremo l’evoluzione del genere negli anni ’60 e ’70, periodo durante il quale il rock and roll music si è diversificato in svariati sotto-generi, riflettendo l’ampio spettro delle espressioni culturali e musicali dell’epoca. Infine, esplorereremo il rock alternativo e il grunge degli anni ’80 e ’90, culminando in una panoramica delle sue influenze persistenti nella musica e nella cultura di oggi. Preparatevi a scoprire i segreti di uno dei movimenti più iconici della storia della musica.
Le Radici del Rock’n’Roll
Le radici del rock and roll affondano in diversi generi musicali popolari degli anni ’40 e ’50, fondendoli in un nuovo stile rivoluzionario. Ecco alcuni elementi chiave che hanno contribuito alla nascita di questo fenomeno musicale.
Il rock and roll nacque in America negli anni ’50 come musica della nuova generazione uscita dalla Seconda Guerra Mondiale. Esprimeva i gusti dei giovani che fecero di tale musica l’emblema della loro voglia di vita, libertà e anticonformismo. Si può considerare la prima espressione musicale esclusiva del mondo giovanile.
Influenza del blues
La matrice del rock and roll è sicuramente nel blues, un genere musicale afroamericano che ha plasmato il ritmo e l’espressività del nuovo stile emergente. Artisti come Big Joe Turner con “Roll ‘Em Pete” nel 1939 e Sister Rosetta Tharpe con “Strange Things Happening Every Day” nel 1944 sono considerati precursori del rock and roll. Il rhythm and blues e la musica gospel nera dell’epoca furono cruciali nell’influenzare il rock and roll. Allo stesso tempo, la musica country bianca contribuì alla fusione di generi che diede vita a questo fenomeno. Nel 1951, “Rocket 88” di Jackie Brenston e i suoi Delta Cats è considerato da molti il primo vero brano rock and roll.
Verso la metà degli anni ’50, canzoni come “Rock Around The Clock” di Bill Haley e “That’s All Right (Mama)” di Elvis Presley segnarono l’ascesa del rock and roll e del rockabilly. Altri pionieri come Chuck Berry, Bo Diddley, Fats Domino e Little Richard consolidarono il genere.
Gli Artisti Pionieri del Rock
Elvis Presley
Elvis Presley è considerato l’artista più importante emerso durante i primi sviluppi del rock and roll, tra il 1954 e il 1956. La sua straordinaria popolarità sorpassò quella di qualsiasi altro artista apparso in quegli anni, rimanendo incrollabile per almeno un decennio. Anche se non tutti i suoi dischi hanno un valore storico o l’impatto estetico delle sue prime opere, il fatto che sia rimasto sulla cresta dell’onda così a lungo ne fa un caso particolare nella storia della musica.
La voce di Presley era gutturale, sensuale e capace di passare improvvisamente dalle note alte alle basse, esprimendo lamento, invettiva, dolore e rabbia. Questa voce straordinaria, unita al suo uso ispirato della chitarra elettrica, lo resero significativo e rivoluzionario. Con i suoi testi e le sue pose, Elvis definì i canoni del giovanilismo del secondo dopoguerra, imponendo ovunque il mito dell’adolescenza.
I suoi maggiori successi discografici includono brani come “Heartbreak Hotel” (5 milioni di copie), “Don’t Be Cruel” (6 milioni di copie), “Jailhouse Rock” (oltre 9 milioni di copie), “Hound Dog” (13 milioni di copie) e “All Shook Up” (7 milioni di copie). Oltre alla musica, Presley intraprese una prolifica carriera cinematografica con 33 film girati in 16 anni.
Chuck Berry
Chuck Berry è stato uno dei pionieri del rock and roll, raffinando e sviluppando il rhythm and blues negli elementi distintivi del nuovo genere. Con canzoni come “Maybellene”, “Roll Over Beethoven”, “Rock and Roll Music” e “Johnny B. Goode”, Berry si concentrò sulla vita degli adolescenti, inserendo introduzioni di chitarra e pause di piombo che influenzarono profondamente la musica rock successiva.
Berry piaceva a tutti e probabilmente continuerà ad essere così anche negli anni a venire. Se c’è mai stata una cosa capace di mettere d’accordo chitarristi e musicisti dalle più disparate estrazioni musicali, quella era proprio la musica di Chuck Berry. Tutti hanno motivo di rendere omaggio alla sua carriera, perché Chuck Berry non è soltanto colui che ha inventato il rock ‘n’ roll: Chuck Berry è il rock ‘n’ roll stesso.
Little Richard
Little Richard è un pioniere dei primi sviluppi del rock and roll, mescolando elementi del blues, del rhythm and blues e delle forti influenze gospel. Il suo stile era caratterizzato da ritmi veloci, percussioni forti, un suono funky del sassofono e un cantato gospel sopra le righe, accompagnato da una combinazione di boogie-woogie e rhythm and blues.
Durante le sue esibizioni, le persone afroamericane si mischiavano con quelle bianche in un periodo in cui negli Stati Uniti vigevano severe leggi segregazioniste. Il successo di Little Richard era così trascinante che persino nel sud, dove il segregazionismo imperava, i pregiudizi verso gli artisti afroamericani che si esibivano in locali per bianchi andarono lentamente scemando. Little Richard ha influenzato lo sviluppo di diversi generi musicali di primo piano nel ventesimo secolo ed è stato importante nella formazione di altri celebri artisti come James Brown, Otis Redding e numerosi altri. È stato citato come fonte primaria di ispirazione da molti artisti di successo.
L’Evoluzione del Rock negli Anni ‘60 e ‘70
British Invasion
Il successo dei Beatles dopo l’apparizione all’Ed Sullivan Show nel febbraio del 1964 aprì le porte dell’America ad altri artisti musicali britannici come The Rolling Stones, The Kinks e The Animals, oltre ad altri meno noti come The Hollies, The Searchers e The Troggs. Nacquero di lì a poco anche gruppi come Herman’s Hermits (in Inghilterra) e The Monkees (negli Stati Uniti), studiati a tavolino per prendere il posto di celebrità come Paul Anka nell’era del beat.
La seconda ondata segna invece la comparsa di gruppi provenienti dal Regno Unito che risentono dell’influenza e delle innovazioni musicali di fine anni sessanta, differenziandosi maggiormente tra loro rispetto ai predecessori tanto che, se nel caso della prima ondata si può riscontrare una certa unità di suoni dovuta a rielaborazioni in chiave pop, blues o vaudeville dei suoni provenienti dagli Stati Uniti (come nel caso dei Beatles o dei Rolling Stones), per i gruppi della seconda ondata l’elemento condiviso è generalmente la comune provenienza albionica: The Who, Cream, Procol Harum, The Yardbirds e The Zombies sono in questo caso i protagonisti.
Per capire come i gruppi britannici siano riusciti a ottenere tale successo negli Stati Uniti bisogna considerare come i principi contro cui aveva reagito la rivoluzionaria stagione del rock and roll negli Stati Uniti siano gli stessi che stavano dietro al successivo movimento di restaurazione e di rimpiazzo dei suoi protagonisti con i teen idols: il forte spirito religioso, il senso delle tradizioni e il malcelato razzismo dell’America segregazionista. Questi fattori operano in modo ben più blando nel Regno Unito: non a caso tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta i bluesman vi trovano un clima adorante e una folta schiera di adepti interessati al blues essenzialmente sotto il profilo musicale, non avendo ovviamente nessun legame con la tradizione musicale americana. Questo concetto è fondamentale per capire la maggior libertà espressiva e creativa con cui i gruppi inglesi si avvicinano alla musica americana.
Hard rock e heavy metal
Le origini dell‘heavy metal possono essere ritrovate all’interno del movimento british blues degli anni sessanta, in particolare tra quelle band che trovarono difficile riadattare il proprio sound a quello del classico blues americano. Durante questo periodo, le ritmiche divennero più essenziali, e gli strumenti elettrici amplificati cominciarono ad assumere maggiore importanza, soprattutto grazie alle innovazioni dei primi gruppi hard rock dei metà anni sessanta come the Kinks, the Who, Jimi Hendrix, Cream, the Jeff Beck Group, Yardbirds e Eric Clapton, i quali anticiparono il genere sia nel sound che nell’attitudine.
Si può dire che diversi gruppi della scena psychedelic/acid rock californiana, come Blue Cheer o Iron Butterfly, suonavano heavy metal, o qualcosa di molto vicino, già dal primo 1968. Molti gruppi acid rock, tra cui appunto Blue Cheer, Iron Butterfly, Steppenwolf e The Amboy Dukes, vennero infatti riconosciuti come “proto-metal”.
I primi accenni allo sviluppo del genere avvennero nello stesso ’68, e possono essere ritrovati in diverse incisioni chiave risalenti a quel periodo. Tra questi si può sicuramente citare “Summertime Blues” dei Blue Cheer, una vecchia cover di Eddie Cochran. Nel brano, la chitarra acustica della versione originale veniva sostituita con il suono metallico della chitarra elettrica, accompagnata da percussioni martellanti.
Nello stesso anno, gli Steppenwolf realizzarono il famoso brano “Born to Be Wild”, il loro terzo singolo pubblicato per la ABC/Dunhill (estratto dal loro album di debutto), nel quale il riferimento alla frase “heavy metal thunder” diede finalmente un nome al genere crescente. Contrariamente all’ondata dei gruppi precursori, la prima scena heavy metal più prolifica fu sul versante britannico: a dare ufficialmente inizio alla nascita dell’heavy metal furono molto probabilmente gli inglesi Led Zeppelin. […]
Rock psichedelico
Il termine “psichedelia” deriva dall’unione di due parole greche – psykhé (anima) e dêlos (chiaro, evidente) – e nasce con il significato di “allargamento della coscienza”, ovvero rendere chiaro ed evidente ciò la nostra mente, in condizioni normali, non riuscirebbe a comprendere.
La grande stagione del rock psichedelico vede la sua alba negli anni 60, un periodo storico articolato e multiforme che coinvolge diversi fattori sociali e politici, oltre che culturali e musicali. Il rock psichedelico potrebbe essere definito come una piccola ma significativa parte di quel travolgente movimento controculturale giovanile che, nato negli Stati Uniti e influenzato da vari elementi del mondo orientale, si è diffuso poi in gran parte del continente occidentale.
La psichedelia rappresenta uno degli aspetti di quella generazione, forse la più rivoluzionaria e la più incompresa, quella che che ha portato alle estreme conseguenze le idee del pacifismo e della libertà individuale. A livello musicale, l’esperienza psichedelica rende necessario il superamento del formato radiofonico classico dei 3-4 minuti. La causa è da ricercarsi soprattutto nell’importanza dell’esperienza live e nella ricerca – quasi utopica – di trasferire le sensazioni di un concerto dal grande trasporto emotivo-sensoriale in un “banale” supporto fisico.
La diffusione di questi album è di fondamentale importanza: oggi possiamo trovare tracce psichedeliche ovunque nel mercato discografico. Ma non solo, dentro quei suoni è possibile riscontrare i primi semi del rock progressivo, dell’hard-rock, della musica cosmica, del glam-rock e, perché no, anche dell’outsider music e del filone lo-fi.
Ma la musica psichedelica, oltre a rompere barriere sonore, ha anche saputo unire gli Usa divisi da una guerra mal sopportata. È sintomatico che quasi tutti gli stati americani ne siano coinvolti, plasmando modi di intendere la psichedelia totalmente diversi tra loro, seppur tutti accumunati da un interesse diffuso verso la Gesamtkunstwerk, ovvero l’unione totale delle arti.
Il Rock Alternativo e Grunge degli Anni ‘80 e ‘90
Nirvana e il movimento grunge
I Nirvana sono stati il gruppo più rappresentativo del movimento grunge (da grungy, termine gergale sinonimo di dirty, “sporco”). In pochi anni e con una manciata di album all’attivo, sono riusciti a imporsi come la vera leggenda della scena di Seattle, riuscendo a interpretare l’umore di un’intera generazione e trasformando l’alternative rock in un fenomeno di massa.
Come spesso accade nella storia del rock – si pensi al caso di scuola dei Led Zeppelin – i Nirvana sono diventati dei pionieri pur avendo inizialmente mostrato un approccio molto “derivativo”. Cobain e compagni, infatti, hanno attinto a piene mani da diversi generi del passato, in particolare dal punk e dal noise-rock, specie per la velocità e l’immediatezza, e poi dall’hard-rock per la pesantezza e la durezza di certi suoni, ma senza disdegnare anche richiami melodici al pop.
Dopo aver pubblicato il 45 giri “Love Buzz/Big Cheese” per l’etichetta simbolo della scena cittadina, la Sub Pop Records, i Nirvana esordiscono a 33 giri nel 1989 con Bleach. Per realizzarlo basta il risicato budget di appena 600 dollari. Cobain si rivela subito l’anima del gruppo. Le sue capacità compositive, in bilico tra John Lennon e Sid Vicious, emergono da pezzi come “About A Girl”, ballata melodica che preannuncia l’esistenzialismo e la vena desolata del suo stile, ma anche da prototipi grunge come l’autobiografica “School” e l’incendiaria “Blew”.
Questi brani, insieme alla cover degli Shockin Blue “Love Buzz”, fissano subito i parametri del suono dei Nirvana. Un sound grezzo e spigoloso, che mescola il blues-rock sporco di Rolling Stones e Stooges con la potenza dell’hard-rock e con il fervore hardcore di Husker Du e Pixies.
Con In Utero, Cobain prende coscienza di non essere uno come l’amico Michael Stipe, dei cui Rem aveva sentenziato: “Hanno raggiunto il successo in modo simile ai santi“. Cobain sentiva invece di aver tradito se stesso e temeva che a lungo andare avrebbe tradito anche il suo pubblico. Dunque meditava di smetterla, non con la musica, ma con la vita. Prima però doveva liberarsi degli ultimi scheletri, degli ultimi fantasmi, spiattellando in faccia al mondo il suo insano desiderio di autodistruzione.
L’influenza del punk
Il punk rock negli anni ottanta iniziò sia a diversificarsi che a estremizzarsi, variazioni che presero il nome di hardcore punk, anarcho punk, o street punk/Oi! Contemporaneamente alla diffusione nella east coast americana, anche la scena punk rock inglese andava trasformandosi. Le sonorità british punk iniziali si erano molto modificate, soprattutto con lo scioglimento dei Sex Pistols nel 1978, in direzioni opposte. Da una parte c’erano alcune band che avevano iniziato a sperimentare nuovi stili e nuove influenze estranee al movimento, come i Clash, ma anche gli Wire. Dall’altra invece gruppi che avevano estremizzato e reso ulteriormente più aggressivo il proprio sound, come gli Exploited.
L’UK 82 perdeva invece le radici della “prima ondata” e al contrario fu caratterizzata da un sound più cattivo, caotico, aggressivo, urlato, distorto, meno orecchiabile e che prese ispirazione anche da parecchi elementi della scena metal dell’epoca. Alcune di queste band infatti vennero riconosciute come punk metal.
Dall’anarcho punk derivarono alcune correnti: i Discharge, nei primi anni 80′ fondarono il D-beat. Altri gruppi, in prima istanza, gli Amebix e gli Antisect, svilupparono una corrente, poi chiamata crust punk.
E quindi?
Attraverso un excitante viaggio dalle radici del rock and roll fino alle sue moderne metamorfosi, abbiamo testimoniato l’evoluzione di un fenomeno che non ha semplicemente plasmato la cultura musicale, ma ha definito l’identità di generazioni. Dagli inizi rivoluzionari di artisti come Elvis Presley e Chuck Berry, passando per l’irruzione britannica e l’affermazione di generi derivati come il punk, il grunge e l’heavy metal, il rock ha dimostrato una sorprendente capacità di evolversi mantenendo sempre vivo il suo spirito ribelle. Questa trasformazione continua a evidenziare l’importanza del rock nella formazione di nuove correnti culturali, influenzando non solo la musica, ma anche la moda, il cinema e l’arte.
L’impatto del rock and roll va oltre la sua valore musicale; esso incarna un fenomeno culturale che ha segnato l’epoca contemporanea, permettendo connessioni profonde attraverso decenni di cambiamenti sociali e musicali. Guardando al futuro, il rock, con la sua storica capacità di adattamento e innovazione, promette di continuare a ispirare e sfidare le convenzioni. E a voi piace questo genere musicale? La sua storia, densa di cambiamenti, lascia presagire ulteriori evoluzioni e legami inaspettati che solo il tempo potrà rivelare, promettendo un’eterna giovinezza allo spirito del rock.
FAQ
- Cos’è il rock and roll?
Il rock and roll è un tipo di ballo e musica da ballo che ha guadagnato popolarità intorno al 1955 negli Stati Uniti, espandendosi poi in Europa e in gran parte del mondo. Questo genere ha assunto un significato particolare tra i giovani, diventando un simbolo di disagio sociale e una forma di protesta e ribellione. - Da dove deriva il nome “rock and roll”?
Il termine “rock and roll” è stato popolarizzato dal DJ bianco Alan Freed di Cleveland, che nel 1951 iniziò a trasmettere un programma radiofonico chiamato “Moondog Rock ‘n’ Roll party” con l’obiettivo di promuovere la musica afroamericana tra il pubblico giovanile bianco. - Qual è la differenza tra rock e rock and roll?
Il rock and roll è un genere musicale specifico che rappresenta la cultura musicale degli anni ’50. Il termine “rock” descrive più un’attitudine o un approccio alla musica e non è stato considerato un genere a sé stante fino al 1965, evolvendo dalle fondamenta del rock and roll. - Quali sono le caratteristiche principali della musica rock?
La musica rock è generalmente caratterizzata da canzoni con un ritmo in 4/4 e una struttura strofa-ritornello. Tuttavia, il genere è molto vario e, sebbene spesso i testi trattino temi di amore romantico, affrontano anche una vasta gamma di argomenti, inclusi quelli sociali e politici.