Di solito le canzoni di Sanremo le ascolto per radio (quelle che vengono graziate o quelle ben sponsorizzate) il giusto mezzo per ascoltare musica, questa volta ho voluto cogliere anche con gli occhi quello che di solito mi regalano le mie orecchie. La serata è iniziata con un contributo di Bonolis ben appoggiato dalla sua “spalla” Laurenti. La performance del conduttore ha aperto la serata quasi a voler ben marcare (e forse a voler far rimpiangere) come si conduce una kermesse di questo calibro. Anche l’entrata di Antonella Clerici ha ricordato più quella di un ospite che della “padrona di casa”. Dopo l’imbarazzo iniziale Antonellina nazionale ha ripreso il suo ruolo sbarazzandosi del suo ingombrante ospite.
La gara
Sulle canzoni non mi soffermo molto perchè ho bisogno di riascoltarle. Potete comunque leggere le opinioni e le pagelle diMaria e Alba su questo sito. In ogni caso, lascio alcune mie considerazioni a caldo. L’audio di Irene Grandi non era degno di una manifestazione così importante, soprattutto di questi tempi. Non ho capito se la voce che arrivava dalla TV era debole per problemi audio oppure era proprio la voce di Irene Grandi (con un look meno brioso del solito) che non aveva la solita potenza. Noemi e Malika Ayane hanno, forse, fatto ascoltare le più belle canzoni del Festival. Tra quelli che mi sono piaciuti aggiungo anche Cristicchi (per il testo del brano e la sua originalità anche se meno brillanti di una volta) e Nino D’Angelo e Maria Nazionale (una vera star in terra di Napoli e dintorni), forse poco originali sia nel testo e sia nella melodia ma con un brano dai ritmi partenopei sempre caldi e popolari. Peccato per la loro esclusione, quasi scontata (visto il testo completamente in napoletano). Il brano del trio nazional popolare formato da Pupo, il Principe Filiberto e Luca Canonici sembrava più il frutto di una goliardia che di una gara canora. Non so se è più brutta la canzone, la loro esibizione o il loro accoppiamento. Ci devo ancora pensare. Déjà vu. Più che qualcosa di già visto alcune canzoni sembravano già sentite. Fabrizio Moro ha portato un brano simile a quello che lo ha reso famoso, i Sonohra si sono esibiti con un pezzo le cui sonorità hanno il sapore del già abbondantemente ascoltato, Povia si è esibito nell’ennesima “canzone impegnata” che ha segnato una via di mezzo tra “Vorrei avere il becco” e il brano “Luca era gay”. Arisa si è presentata con l’ennesima canzone tormentone, dal facile ascolto.
Gli ospiti
Oltre a Paolo Bonolis, sul palco del Festival di Sanremo sono saliti Antonio Cassano e Susan Boyle. Il primo sempre più personaggio e meno calciatore (anche se la sua classe e fuori discussione), la seconda ci ha ricordato come i sogni possono avere anche un epilogo positivo. In pieno stile della Clerici, conduttrice di serate televisive che puntanto sui sentimenti e i desideri, Susan Boyle si è presentata sul palco dell’Ariston. La cantante britannica ha esibito le sue doti canore che l’hanno resa famosa nonostante tutto quasi a ricordarci che la musica ha bisogno di diversi elementi per essere considerata tale e tra questi c’è lo strumento più bello del mondo: la voce. In estrema sintesi, nei brani di questa sera è mancata l’emozione ovvero quel tassello che rende una canzone unica ed eterna.
Festival di Sanremo 2010, prima serata: se il buongiorno si vede dal mattino
Lo ammetto, colpa anche un palinsesto televisivo non proprio accattivante, mi sono soffermata a vedere la prima serata del Festival di Sanremo.
Giornalista professionista, già cronista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, è specializzata in viaggi, food, musica e tecnologie. Cofondatrice dell’agenzia di comunicazione e Digital PR FullPress Agency, è direttrice responsabile di FullTravel.it, magazine di viaggi e di “VerdeGusto”, oltre ad altri due magazine. E’ autrice di “Digital Travel” e “Digital Food” , rispettivamente quarto e quinto libro, per Flaccovio Editore. Digital Travel & Food Specialist, è consulente e docente in corsi di formazione ed è delegata del SUD e Isole dell’Italian Travel Press(ITP).