Al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano si riparte con la stagione 2022/2023. Diversi gli spettacoli prodotti dal Piccolo Teatro (Piccolo Teatro Grassi, Strehler e Studio Melato). Nuove produzioni e riprese. Contemporaneità e lunghissime teniture.
dall’1 al 30 ottobre 2022
Hamlet
Dieci attori di diverse età, formazione e provenienza, la traduzione di Federico Bellini, per restituire tutte le sfumature dell’originale, una scenografia che è parte integrante della drammaturgia: premio Ubu come migliore spettacolo del 2021, Hamlet secondo Antonio Latella, alla sua seconda stagione al Piccolo, è un’esperienza di teatro totale; complice il suggestivo spazio del Teatro Studio Melato, accompagna il pubblico in un percorso attraverso il testo di Shakespeare, di cui esplora le pieghe più nascoste. «Dirigere Hamlet significa misurarsi con il testo “del fallimento”: quando lo si affronta, si è consapevoli di non poterlo possedere interamente. È il testo “dello studio”, quello che permette di confrontarsi con se stessi e con il proprio lavoro. A ogni età della vita, Hamlet è qualcosa di completamente diverso». Premio UBU 2021 come migliore attrice under 35, Federica Rosellini è un’interprete che – continua Latella «possiede il dono artistico dell’ambiguità e del dubbio. Per me l’Hamlet del XXI secolo va oltre la sessualità, oltre la distinzione donna/uomo, per approdare a una condizione altra: nei classici le parole non hanno genitali, volano talmente al di sopra di tutto, da fare la differenza. L’originalità di questa proposta sta nel suggerire agli spettatori di provare, non solo a guardare, ma ad ascoltare insieme ogni parola del testo».
di William Shakespeare
traduzione Federico Bellini
regia Antonio Latella
drammaturga Linda Dalisi
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis
musiche e suono Franco Visioli
assistente alla regia Paolo Costantini
assistente al progetto artistico Brunella Giolivo
con (in ordine alfabetico) Anna Coppola, Francesca Cutolo, Flaminia Cuzzoli,
Michelangelo Dalisi/Marco Cacciola, Ludovico Fededegni, Francesco Manetti, Fabio Pasquini,
Stefano Patti, Federica Rosellini, Andrea Sorrentino
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
durata
prima parte 210′ incluso un intervallo di 20′
seconda parte 130′ incluso un intervallo di 15′
versione integrale 435′ inclusi tre intervalli di 20′ nella prima parte, di 60′ tra prima e seconda parte,
di 15’ nella seconda parte
dall’1 al 22 dicembre 2022
HEDDA.
GABLER.
come una pistola carica
NUOVA PRODUZIONE
Liv Ferracchiati si avvicina a Ibsen dopo La tragedia è finita, Platonov di Čechov.
Al centro del dramma è Hedda Gabler, sposata a un uomo che non ama, Jørgen Tesman. Riappare però dal passato Ejlert Løvborg, che un tempo l’aveva affascinata per la sua vita fuori dalle regole.
«Questo testo – racconta Ferracchiati – mi ha colpito per due aspetti in particolare. Il primo, l’attrazione di Hedda Gabler verso ciò che non rientra nella norma e il suo ossequio per le convenzioni. Il secondo, la sregolatezza di Løvborg e il tentativo di ricostruirsi moralmente attraverso un manoscritto che parla del futuro. Alla fine, tutti soccombono alla vita e non li salva nemmeno l’opera visionaria; anzi, è forse questa un’altra pistola carica pronta a esplodere un colpo e da disinnescare, perché Ibsen non fa mai vincere i ribelli. E questi individui di fine Ottocento, incapaci di incidere, ci somigliano: sembriamo noi incastrati all’interno di odierni e ipotetici salotti borghesi.
Nel dramma di Ibsen sono molti gli antefatti, gli eventi cui il pubblico non assiste: sono questi i territori che vorrei esplorare per sperimentare altri sviluppi della vicenda e dei personaggi, quasi non fossero letteratura, ma interpreti pronti a passare da un dramma a un altro».
di William Shakespeare
traduzione Federico Bellini
regia Antonio Latella
drammaturga Linda Dalisi
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis
musiche e suono Franco Visioli
assistente alla regia Paolo Costantini
assistente al progetto artistico Brunella Giolivo
con (in ordine alfabetico) Anna Coppola, Francesca Cutolo, Flaminia Cuzzoli,
Michelangelo Dalisi/Marco Cacciola, Ludovico Fededegni, Francesco Manetti, Fabio Pasquini,
Stefano Patti, Federica Rosellini, Andrea Sorrentino
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
durata
prima parte 210′ incluso un intervallo di 20′
seconda parte 130′ incluso un intervallo di 15′
versione integrale 435′ inclusi tre intervalli di 20′ nella prima parte, di 60′ tra prima e seconda parte,
di 15’ nella seconda parte
dall’11 al 22 gennaio 2023
Tre modi per non morire
Baudelaire, Dante, i Greci
NUOVA PRODUZIONE
Tre modi per non morire è un viaggio teatrale attraverso tre momenti culminanti in cui alcuni poeti hanno messo in pratica l’arte di non morire, e ci hanno insegnato a cercare la vita: Baudelaire, Dante e i Greci. In una sola serata si intrecceranno Baudelaire in Monsieur Baudelaire, quando finirà la notte? Che racconta come la bellezza combatte contro la depressione e l’ingiustizia, Dante in Le voci di Dante che racconta come la poesia si trasforma in romanzo e salvezza, i Greci in ll fuoco sapiente che racconta come poesia e filosofia accendono una visione che sa immaginare il futuro. Il viaggio teatrale che Servillo compie navigando nelle tre evocazioni di Montesano è un viaggio nella poesia come forma possibile della nostra vita, un viaggio che vuole essere un antidoto alla paralisi del pensiero, alla non vita che tenta di ingoiarci. I Greci hanno inventato il teatro per conoscere sé stessi nel mondo e trovare quel respiro della mente che apre nuovi orizzonti: il teatro di Tre modi per non morire è una via per ritrovare quelle parole che un attore dice con tutto il suo corpo e la sua mente per nutrire la sua e la nostra interiorità.
Siamo inquieti, impoveriti, spaventati, e tutti sentiamo che ci manca qualcosa di cui avremmo un disperato bisogno: ci manca l’amore, ci manca la vita. E allora? E allora non ci resta altro da fare che cercare di diventare vivi.
di Giuseppe Montesano
con Toni Servillo
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
durata spettacolo in allestimento
dal 7 al 26 febbraio 2023
Carbonio
Un uomo ha avuto un incontro con un’entità extra terrestre. L’alieno ha la particolarità di non essere composto minimamente da molecole di carbonio, la sostanza alla base della vita sulla Terra.
Nel dialogo serrato tra Lei – la donna incaricata di verificare l’accaduto – e Lui – l’uomo che ha vissuto l’esperienza – l’affiorare di dolorosi eventi del passato di Lui porta i due personaggi a contrapporsi. La vicenda fa deflagrare il nostro rapporto con l’infinito, declinato tra gli entusiasmi e le ingenuità dei programmi per la conquista dello spazio concepiti nei primi anni Settanta, quando a bordo delle sonde Voyager, lanciate a esplorare il sistema solare, furono caricati anche i Golden Record, dischi con immagini e suoni della Terra, oltre a una selezione di brani musicali.
Nel testo, vincitore del 56° Premio Riccione per il Teatro – in Italia è pubblicato da il Saggiatore, in collaborazione con il Piccolo Teatro, ed è stato già tradotto in inglese, francese e tedesco – alle scene di confronto fra Lei e Lui si alterna il commento ad alcune di quelle immagini incise sul Golden Record: è un contrappunto ironico per sottolineare timori e velleità che, oggi come allora, accompagnano l’individuo di fronte all’immane mistero della nostra collocazione nell’universo.
scritto e diretto da Pier Lorenzo Pisano
scene Marco Rossi
luci Gianni Staropoli
costumi Raffaella Toni
con Federica Fracassi e Mario Pirrello
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in coproduzione con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Testo vincitore del 56° Premio Riccione per il Teatro
durata 95’ senza intervallo
dal 16 marzo al 6 aprile 2023
Ritratto dell’artista da morto
(Italia ’41 – Argentina ’78)
NUOVA COPRODUZIONE INTERNAZIONALE
Michele Riondino porta davanti al pubblico un episodio di vita che oscilla tra l’autobiografia e l’invenzione narrativa: un viaggio a Buenos Aires per seguire la vicenda processuale di un appartamento conteso, acquistato da un presunto parente nel 1978, ma in realtà espropriato a un dissidente politico scomparso durante la dittatura militare. L’attore scopre così che il desaparecido era un compositore argentino di origini italiane che, al momento della sparizione, stava lavorando sulle partiture di un pianista ebreo, di cui si erano perse le tracce durante la Seconda guerra mondiale.
Tra ricerca storica e investigazione poliziesca, Davide Carnevali architetta un gioco di variazioni letterarie e musicali che, scavando nella memoria delle persone e dei luoghi, si interroga sul modo in cui rileggiamo il passato e scriviamo la Storia. Il testo – già presentato alla Münchener Biennale nel 2018 – sarà riproposto in una nuova versione in francese alla Comédie de Caen, Comédie de Reims e Théâtre de Liège, coproduttori del progetto, nella stagione 2023/24. Una drammaturgia pensata per essere adattata di volta in volta alla biografia dell’interprete e alla città in cui è messa in scena: il ritratto d’artista si trasforma allora in una riflessione sulla barbarie dei fascismi che ha attraversato globalmente il Novecento. E che potrebbe ancora oggi, pericolosamente, tornare a presentarsi. Ritratto dell’artista da morto è pubblicato in Italia da Einaudi.
scritto e diretto da Davide Carnevali
scene e costumi Charlotte Pistorius
musiche Gianluca Misiti
assistente alla regia Virginia Landi
con Michele Riondino
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
coproduzione Comédie de Caen – CDN de Normandie, Comédie,
Centre dramatique national de Reims, Théâtre de Liège
durata spettacolo in allestimento
dal 16 al 18 maggio 2023
Depois do silêncio
COPRODUZIONE INTERNAZIONALE – PRIMA NAZIONALE
Dopo Entre chien et loup – presentato nel maggio 2022 al Piccolo Teatro in occasione del festival Presente Indicativo –, che indagava le meccaniche dal fascismo partendo dal film Dogville di Lars von Trier, e Before the sky falls, che puntava il dito contro la mascolinità tossica e il potere politico del patriarcato muovendo dallo shakespeariano Macbeth, Christiane Jatahy arriva alla conclusione della sua Trilogia degli orrori.
Depois do silêncio porta in scena il fitto legame che unisce razzismo e capitalismo. Dall’età della tratta degli schiavi alle politiche messe in atto da personalità come Jair Bolsonaro poco sembra essere cambiato: c’è chi possiede terreni, libertà e identità. E poi c’è chi non possiede nulla.
Partendo dal romanzo Torto Arado (Aratro ritorto) di Itamar Vieira Junior – che racconta le battaglie di tre donne nello stato di Bahia – e dal documentario di Eduardo Coutinho Cabra marcado para morrer (Un uomo segnato dalla morte) dedicato all’omicidio del leader di un sindacato rurale, lo spettacolo connette il passato al presente, nella speranza di sgombrare il campo per un nuovo, e migliore, futuro. Secondo la regista, Leone d’oro alla carriera all’ultima Biennale di Venezia, è necessario cambiare prospettiva riguardo al tema dell’ingiustizia sociale in Brasile e raccontarlo «dal punto di vista delle persone che erano – e tuttora sono – massacrate da un sistema capitalista che persiste ancora oggi. Si tratta di affrontare il problema di terreni e territori lasciando parlare chi ha scritto e continua a scrivere, ogni giorno, questa storia con il proprio corpo, il proprio sangue, la propria voce. I neri e gli indigeni».
dal romanzo Torto Arado di Itamar Vieira Junior, pubblicato da LeYa
testo e regia Christiane Jatahy
collaborazione artistica,
scene e luci Thomas Walgrave
foto e video Pedro Faerstein
musica originale Vitor Araujo
e Aduni Guedes
sound design e mixing Pedro Vituri
costumi Preta Marques
collaborazione al testo Gal Pereira, Juliana França, Lian Gaia e Tatiana Salem
interlocuzione Ana Maria Gonçalves
con Gal Pereira, Juliana França, Lian Gaia, Aduni Guedes
e, per il film, la partecipazione dei residenti delle comunità di Remanso e Iúna – Chapada Dimantina/Bahia/
Brasile
sono presenti riferimenti e immagini da Cabra marcado para morrer di Eduardo Coutinho,
produzione Mapa Filmes
produzione Cia Vertice – Axis productions
coproduzione Schauspielhaus Zürich, CENTQUATRE-Paris, Odéon-Théâtre de l’Europe – Parigi, Wiener Festwochen,, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, ArtsEmerson – Boston, Riksteatern – Svezia, Théâtre Dijon-Bourgogne CDN, Théâtre National Wallonie-Bruxelles, Théâtre Populaire Romand – Centre neuchâtelois des arts vivants La Chaux-de-fonds, DeSingel – Anversa, Künstlerhaus Mousonturm – Francoforte, Temporada Alta – Festival de tardor de Catalunya, Centro Dramático Nacional – Madrid
Christiane Jatahy è artista associata a CENTQUATREParis, Odéon-Théâtre de l’Europe, Schauspielhaus Zürich, ArtsEmerson Boston e Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Cia Vertice è supportato dalla Direction régionale des affaires culturelles Île-de-France – Ministère de la Culture France.
durata 110’ senza intervallo
spettacolo in portoghese
con sovratitoli in italiano
dal 23 al 28 maggio 2023
Storie
Stefano Massini, primo italiano vincitore del Tony Award (con Lehman Trilogy, un testo che raccontava un’altra crisi del nostro passato prossimo), torna al Piccolo con Storie. È la quinta volta da quando, nel giugno del 2020, vi debuttò, segnando il tanto atteso rientro a teatro dopo il lockdown.
Oggi, in una società travolta, come mai accaduto prima, da una serie di eventi drammatici e straordinari – la pandemia e la guerra in Ucraina, lo spettro del cambiamento climatico e del progressivo impoverimento di fasce sempre più numerose di popolazione – appare ancora più forte il bisogno di storie, di racconti che aiutino a decifrare il presente.
Sono racconti che aspettano solo di essere narrati e che Massini, con l’accompagnamento di Paolo Jannacci al pianoforte e Daniele Moretto alla tromba, porta all’attenzione degli spettatori.
di e con Stefano Massini
pianoforte Paolo Jannacci
tromba e flicorno Daniele Moretto
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Bubba Music
durata 120’ senza intervallo
10 giugno 2022
Eleusi
NUOVA PRODUZIONE
Eleusi – il titolo richiama i misteri celebrati nell’antica Grecia – è un dittico corale che affronta il tema del sacro. Nasce da una riflessione su due luoghi del Piccolo. Il primo è la sede di via Rovello, dentro la quale, tra il ’43 e il ’45, i fascisti torturano e uccisero civili e partigiani; Paolo Grassi e Giorgio Strehler, nel 1947, vollero farne un luogo dove l’umano tornasse a vivere. Il secondo è il Teatro Fossati. Risalente alla metà dell’Ottocento, ospitò spettacoli dialettali, riviste e operette, fu trasformato in cinema e restò a lungo chiuso; fu riaperto da Strehler nel 1985, come luogo di sperimentazione, con il nome di Teatro Studio.
«La trasformazione di entrambi gli spazi in Teatro – spiega Enia – fu una precisa opera di risignificazione dell’esistente: stare in un luogo modificandone la destinazione d’uso e la relazione con il tessuto urbano e sociale, ridando valore vivente al verbo abitare. Questi due luoghi, così fortemente simbolici, in Eleusi risultano connessi tra di loro e dialogano: quanto accade in uno si confronta e si completa con ciò che avviene nell’altro. Il pubblico è invitato a muoversi tra i due teatri, senza che ci sia un ordine stabilito, lasciando al caso, al desiderio, all’intuito, la scelta di dove recarsi prima».
Eleusi si articola come performance frontale al Grassi, in cui si esplorano i temi della morte e della violenza, mentre allo Studio Melato si offre come esperienza immersiva, grazie a un’ampia corale che accoglie il pubblico in un ideale abbraccio.
Eleusi dura 24 ore di fila, dal tramonto al tramonto, poi scompare.
ideato e diretto da Davide Enia
cast in via di definizione
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
durata
dalle 21:00 di sabato 10, per 24 ore,
fino alle 21:00 di domenica 11 giugno