1591: Marianna de Leyva divenne monaca assumendo il nome di Suor Virginia Maria. Vent’anni dopo, durante il processo che la vide coinvolta per l’omicidio della conversa Caterina Cassina da Meda, dichiarò di essere stata chiusa in monastero dai suoi contro la propria volontà. Accusato con lei, il conte Gian Paolo Osio, suo amante da quasi dieci anni. Nel 1610 Suor Virginia fu murata viva in una cella larga due metri per tre, con un solo foro nella parete per ricevere cibo e aria. La condanna prevedeva che rimanesse rinchiusa per il resto della vita ma fu il cardinale Federico Borromeo, colpito dall’eccezionalità del percorso di redenzione della monaca, a liberarla tredici anni dopo e a lasciarne la prima testimonianza scritta. Ad essa si ispirerà Alessandro Manzoni, che trasformò suor Virginia in una delle più famigerate e controverse icone letterarie di tutti i tempi.
La scelta di un autore come Giovanni Testori nasce dal desiderio di dare risalto alla parola: una parola italiana, pura, letteraria ma dotata di una forza sanguigna straordinaria.
Il rapporto carnale-sacro che Testori ha con la “parola” è affascinante in questa sua “Monaca di Monza”, un personaggio che riesce — come poche altre figure — a rappresentare il binomio fede/peccato, ribellione/pentimento: punto nodale del corpus del poeta lombardo.
Lo spettacolo è un dialogo tra Suor Virginia e i principali artefici della sua monacazione forzata e del suo calvario dal carcere familiare a quello monastico fino a quello penale. I personaggi si muovono in un universo mentale fatto di ricordi e reviviscenze; la scenografia scura, fatta di poche e semplici linee, restituisce l’idea di un non-luogo nel quale volti e parole galleggiano in cerca di una rivendicazione che dia senso al dolore e agli errori della vita. Suoni, luci e musiche (tutte selezionate all’interno di un repertorio che va dal 1570 fino al 1630, periodo nel quale si svolsero i fatti) vanno e vengono come echi di una verità che appare solo a lampi e continuamente scompare, abbandonando l’uomo nel silenzio del vuoto e del NIENTE.
LA MONACA DI MONZA e I PROMESSI SPOSI ALLA PROVA vanno intesi come un unico progetto, un percorso di formazione personale; ma anche come omaggio a chi quel percorso ha consentito di realizzarlo: il Maestro retrocede fino al punto di origine, fino all’autore che lo ha creato.
INFO E PRENOTAZIONI
da lunedì a venerdì dalle ore 9.30 alle 18.00
tel: +39 02 69 01 57 33
e-mail: [email protected]
ORARIO SPETTACOLI
da martedì a sabato h. 20.30
domenica h. 16.00
lunedì RIPOSO
PREZZI
intero € 19,00
ridotto under 26/convenzionati € 14,00
ridotto under 14/over 65 € 9,50
giovedì sera € 15,00
danza&Jazz € 15,00
danza&Jazz under 14/over 65 € 10,00
prevendita e prenotazione € 1,00
ABBONAMENTI
CARNET 10 ingressi 130 euro: per i veri fan del Teatro Fontana, questo abbonamento consente l’ingresso a 10 spettacoli a scelta per la stagione di prosa. È possibile utilizzare fino a due ingressi per lo stesso spettacolo.
CARNET 5 ingressi 70 euro: consente l’ingresso a 5 spettacoli a scelta per qualsiasi spettacolo della stagione. È possibile utilizzare massimo un ingresso per spettacolo.
CARNET COPPIA 50 euro: questa formula di abbonamento è pensata per chi vuole condividere la serata a teatro. Carnet coppia consente l’ingresso a 2 spettacoli a scelta per 2 persone.
CARNET GIOVEDÌ SERA 20 euro: Giovedì sera è un abbonamento nominale valido per 2 spettacoli utilizzabile per tutti gli appuntamenti della stagione di prosa, solo il sabato sera.
2 INGRESSI LIBERI 30 euro: 2 ingressi – è possibile utilizzare entrambi i tagliandi a spettacolo.
PREVENDITA E RITIRO BIGLIETTI
online: vivaticket.it
ritiro biglietti: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 18.00
La biglietteria apre due ore prima dell’inizio dello spettacolo. Ritiro entro 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
COME RAGGIUNGERCI
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Linee e tram 2 / 4 / 7 / 33
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accesso ai disabili con accompagnamento