Lo spettacolo DIECI STORIE PROPRIO COSÌ terzo atto è una provocazione “ragionata” contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. E’ lo svelamento dei complessi legami che si intrecciano tra economia “legale” ed economia “criminale”, legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro. Andrà in scena in sei rappresentazioni – quattro rivolte alle scuole e due al pubblico serale – dal 2 al 7 maggio alla Casa del Teatro di Torino. L’idea è di Giulia Minoli. La drammaturgia è della stessa Minoli e di Emanuela Giordano, che cura anche la regia.
Rivolto soprattutto al pubblico dei giovani, in linea con le finalità civili e culturali che ispirano il progetto, lo spettacolo vede in scena Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Tania Garribba, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo, con i musicisti Tommaso Di Giulio alle chitarre e Paolo Volpini alla batteria, su musiche originali dello stesso Tommaso Di Giulio.
La produzione è del Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus, in collaborazione con Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale e The Co2 Crisis Opportunity Onlus.
Le repliche torinesi saranno l’ultima tappa della tournée italiana. Dopo aver debuttato il 6 febbraio al Teatro San Ferdinando di Napoli, lo spettacolo è stato rappresentato al Teatro la Pergola di Firenze, al Teatro Biondo di Palermo, al Teatro India di Roma, al Teatro Verdi di Pordenone, all’Arena del Sole di Bologna, al Teatro Bonci di Cesena (17 e 18 aprile) e al Teatro Storchi di Modena (19 aprile).
Le storie raccontate nello spettacolo
Lo spettacolo racconta di vittime conosciute e sconosciute della criminalità organizzata; storie di impegno civile e riscatto sociale, responsabilità individuali e collettive, connivenze istituzionali e taciti consensi.
Bruno Caccia, procuratore della repubblica di Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel giugno del 1983; Elena Ferraro, giovane imprenditrice trapanese che rifiuta di pagare il pizzo al cugino del superlatitante Messina Denaro; Cortocircuito, un’associazione culturale antimafia di Reggio Emilia, formata da studenti universitari; il ristorante-pizzeria Etica di Bologna, che utilizza prodotti realizzati da aziende antiracket che operano in carcere; l’edicola di Borgo Stretto, un bene confiscato alla mafia nel centro di Pisa; Gabriella Augusta Maria Leone, sindaco di Leinì, storia di un rinnovato impegno politico e sociale in un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose; Sanitaensamble, orchestra giovanile attiva nel Rione Sanità di Napoli; TorPiùBella, associazione di rigenerazione urbana e sociale al servizio della comunità del quartiere romano di Tor Bella Monaca; Giovanni Tizian, un giornalista calabrese, emigrato in Emilia Romagna dopo l’omicidio del padre eseguito dalla ‘ndrangheta, dal 2006 conduce inchieste sulle infiltrazioni mafiose del territorio. Vive sotto scorta, così come Maria Stefanelli, la prima donna collaboratrice di giustizia, vedova di un boss della ‘ndrangheta. Dall’Emilia alla Campania, da Roma a Palermo, da Torino a Reggio Calabria, esperienze di imprenditori, giornalisti, figli, semplici cittadini. Storie di persone coraggiose e oneste. Come quando si racconta di un sindaco che non accetta compromessi, di un commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, di un giornalista che con le sue indagini denuncia il fenomeno mafioso. Storie che convergono tutte in uno spettacolo teatrale che concentra lo spettatore sul presente. Su ciò che ognuno di noi può realmente fare, assumendosi la responsabilità di un cambiamento.
Ogni rappresentazione sarà seguita da un dibattito insieme ai protagonisti dello spettacolo e ad alcuni cittadini che si sono impegnati, e continuano a farlo quotidianamente, per la legalità.
2 maggio ore 10: Paola Caccia, figlia del procuratore Bruno Caccia
3 maggio ore 10: Maria José Fava, referente di Libera Piemonte
4 maggio ore 10: Maria José Fava, referente di Libera Piemonte
7 maggio ore 10: Augusta Maria Leone, sindaco di Leinì
4 maggio ore 21: Paola e Cristina Caccia, figlie del procuratore Bruno Caccia, prof. Rocco Sciarrone, direttore di LARCO
5 maggio ore 21: Gaetano Saffioti, imprenditore italiano e testimone di giustizia, Gabriella Augusta
Maria Leone, sindaco di Leinì
I LABORATORI
Nell’ambito de Il Palcoscenico della legalità, per sensibilizzare sul concetto di “educazione alla legalità”, risulta fondamentale il ruolo della scuola e degli insegnanti, nello sviluppo di una coscienza civile dello studente. I laboratori si sono tenuti da lunedì 12 a venerdì 16 marzo in diverse scuole di Torino e provincia. Attraverso giochi di ruolo, esercizi di concentrazione, di ascolto dell’altro, di condivisione, gli studenti vengono spinti a ragionare su “cosa accade se il mio interesse privato diventa l’unica forma di coesistenza umana e quali sono le alternative a questa scelta”. Gli attori Tania Garribba e Daria D’Aloia, protagonisti di Dieci Storie Proprio Così – Terzo Atto, insieme ai ricercatori Elena Ciccarello e Davide Donatiello del LARCO (laboratorio di analisi e di ricerca sulla criminalità organizzata dell’Università degli studi di Torino) e Ilaria Meli del CROSS (Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano) hanno analizzato le vicende narrate nello spettacolo, in parte legate alle realtà territoriali in cui vivono e studiano gli studenti coinvolti.
INFO
Biglietti per il 4 e 5 maggio: Intero € 12,00 – Ridotto € 11,00 – Giovani € 8,00 – Ragazzi € 7,00
Biglietti per le scolastiche: € 5,00 (gratuito per gli accompagnatori)
CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI Corso Galileo Ferraris 266 – Torino
tel. 011.19740280 – [email protected]
I PROTAGONISTI
NOTE DI REGIA
Questo nuovo spettacolo, il terzo dal nostro inizio, mantiene l’impegno di veicolare prima di tutto la forza delle storie che raccontiamo ma questa volta scrittura e messa in scena spingono l’acceleratore sull’idea della scelta, sul cosa possiamo fare noi, noi tutti. La criminalità organizzata si sta appropriando della nostra economia e noi non ce ne siamo accorti? È una forma di distrazione di massa o siamo complici? Cambia la logica del merito, del diritto, cambiano le regole del profitto e del mercato e siamo incapaci di reagire, ammutoliti e stanchi. Abbiamo tracciato il profilo di personaggi collusi, grazie alla loro complicità le mafie hanno potuto infiltrarsi in tutti i settori dell’economia. E non solo di quella. Ma non è con il disincanto che possiamo combatterli. Non è l’assenza di impegno a salvarci. Per fortuna c’è chi si oppone, rischia, denuncia, indica alternative fattibili a questo degrado. C’è chi sceglie. Vogliamo raccontarvi un’Italia poco conosciuta: il sindaco che combatte le logiche mafiose che intossicano la sua città, il commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, il giornalista, il collaboratore di giustizia, il testimone. Vogliamo farvi conoscere le strategie di impegno di un gruppo di liceali, la sfida di alcuni imprenditori, vogliamo mostrarvi un’Italia viva: aziende, università, comunità che ci propongono un modo diverso di concepire le risorse economiche, gli spazi comuni, la nostra stessa esistenza. Possiamo farlo anche noi. Stare insieme, in teatro, può aiutarci a imparare. Emanuela Giordano