Una scommessa vinta in poche ore tra le mura degli spazi teatrali capitolini. Spettacolo con record di pubblico, nonostante si ripetesse da ben 12 anni e avesse fatto il suo debutto ben tre lustri fa.
Uno spazio piccolo ma accogliente è il luogo dove, per alcuni giorni, è andato in scena uno spettacolo rodato dal consumare degli anni ma “fresco di scena”. Tutto si è consumato nei primi giorni dell’anno, dal 2 gennaio al 10, nel piccolo Teatro Tordinona di Roma, a due passi da Piazza Navona. La pièce “A cuore aperto” è stata scritta da Patrizio Cigliano, che ha curato anche la regia mentre le musiche, ben integrate nel progetto e di ottima fattura, sono state realizzate da Fabio Bianchini.
Gli attori: Patrizio Cigliano e Beatrice Fazi
Lo spettacolo a monologo “A cuore aperto” è stato scritto, diretto e interpretato da Patrizio Cigliano, attore di grande talento e dal ricco curriculum e da Beatrice Fazi, nell’inedito ruolo di attrice drammatica. Due performance a confronto che hanno messo subito le cose in chiaro: la bilancia non pende da nessuna parte. E’ indubbio che entrambi gli attori hanno portato in scena il proprio background, nonostante il ruolo imponesse un “taglio drammatico”. E la recitazione di Beatrice Fazi, al debutto in queste vesti, ha dimostrato che l’attore può diventare “completo” in qualsiasi momento, se ha talento.
Non è la drammaticità della storia a dover indicare la via da seguire nell’approccio con i protagonisti della pièce. Entrambi gli attori hanno avuto la capacità di “interpretare” il personaggio, di “incastrarlo” nel proprio vissuto professionale e di “regalarlo” al pubblico attento, a tratti emozionato e perfino divertito. Una “prova d’attore” superata con voti a mani piene, a riprova che il talento va lasciato libero di creare e mostrarsi.
La storia “a cuore aperto” di Maria e Giuseppe
La pièce mostra fin dalle prime battute l’aspetto drammatico della storia. Gli ultimi minuti di vita di Maria, anziana coniuge, che fanno ripercorrere, al marito Giuseppe, la loro storia d’amore. Ricordi ingialliti e imprecisi che, però, non lasciano sbiadite emozioni. Parole recitate con maestria da Patrizio Cigliano (Giuseppe), padrone della parte e dell’intera impalcatura drammaturgica.
E poi una finestra che si apre, la brezza che ti accarezza il viso e che ti regala brividi. Ed ecco Beatrice Fazi (Maria). Solare, leggiadra, svolazzante. La pièce cambia piega, sembra quasi di vedere un altro spettacolo. La storia, però, non cambia. E neppure il messaggio, universale, che arriva agli astanti, senza dover ricorrere ad ulteriori informazioni. Maria e Giuseppe. Due modi di approcciarsi alla vita e anche alla morte. Due modi di amare “a cuore aperto”. Un solo sentimento, tuttavia, corre sullo stesso binario. L’amore, quello vero, che nulla, neppure la morte, può cancellare. Perchè l’amore non teme la morte e neppure la vita.