Dal 27 novembre al 2 dicembre al Teatro Bellini di Napoli in scena “1984” di George Orwell, adattamento e traduzione Matthew Lenton e Martina Folena con Luca Carboni, Eleonora Giovanardi, Nicole Guerzoni, Stefano Agostino Moretti, Aurora Peres, Mario Pirrello, Andrea Volpetti, scene Guia Buzzi, luci Orlando Bolognesi, composizione musicale e disegno sonoro Mark Melville, costumi Gianluca Sbicca, video Riccardo Frati, regia Matthew Lenton.
Emilia Romagna Teatro Fondazione sceglie per la sua nuova produzione, con il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, il pluripremiato regista britannico Matthew Lenton, direttore artistico e fondatore della compagnia Vanishing Point con sede a Glasgow, già insegnante presso il Royal Conservatoire of Scotland e primo regista britannico ad aver lavorato all’Ecole des Maitres presso lo stesso CSS di Udine.
Lenton dirigere un cast di attori italiani e si confronta con il celebre romanzo di George Orwell, 1984.
Scritto quasi di getto nel 1948, al centro di 1984 di George Orwell vi è la vicenda di un comune funzionario di partito, Winston Smith, impiegato al Ministero della Verità dello stato-continente Oceania; il pianeta dopo un lungo conflitto è infatti diviso in tre grandi stati totalitari, Oceania, Eurasia ed Estasia.
Winston per lavoro ogni giorno rettifica libri e quotidiani già pubblicati, modificando la storia e inverando così l’infallibilità del “leader” del paese, il Grande Fratello. In Oceania infatti qualsiasi opinione, gesto, sentimento o desiderio è strettamente controllato e indirizzato, grazie a teleschermi-spia, delazioni, riti di “sfogo” collettivo e una sistematica riduzione del linguaggio e del pensiero. Winston però tradisce e, in segreto, tiene un proprio, “veritiero”, diario, attività severamente vietata dal regime: ogni mattina, in un angolo forse non osservato della sua stanza, appunta con la sua mano sulla carta il ricordo di ciò che nel mondo accade…
A partire da un’indagine sulla verità e sulle diverse forme di controllo del pensiero attraverso i mezzi di comunicazione di massa, nel suo 1984 Lenton mette in luce quanto Orwell sia attuale oggi più che mai: in un mondo costantemente sorvegliato, quanto è improbabile che le autorità arrivino a controllarci del tutto?
Non andare su Facebook, non andare su Twitter, non usare gli smartphone. Essere presente, camminare nelle strade e parlare con le persone che si incontrano. Uscire da tutto questo sistema virtuale e vivere.
I social-media costringono a un pensiero binario: bianco o nero. Un pensiero che ha mandato in crisi tutta la società liberale e le sue abitudini di “correttezza politica”. Un pensiero che influenza i nostri sentimenti, per indirizzare così le nostre opinioni sulla realtà.
La grande forza dei social-media sta negli algoritmi. Sono un fac-simile di un sistema neurale, ma capace di processare un’enorme quantità di dati con lo scopo di incrociarli e carpire ciò che, in modo apparentemente naturale, ogni persona preferisce. Quest’abilità rende i social-media il più sofisticato ed efficace mezzo di persuasione e manipolazione del pensiero che oggi esista. A vantaggio di chi?
Questi i dubbi da cui è partito Matthew Lenton: allora diventa cruciale saper guardare ai fatti e saper costruire un dibattito intorno a essi. Ecco perché 1984 contiene – sempre secondo Lenton – ancora degli elementi di contatto con il nostro presente, con questi “tempi interessanti”, come li chiama Slavoj Žižek, tempi in cui Donald Trump non è più uno scherzo ma una realtà, capace di polarizzare le persone dividendole radicalmente tra suoi sostenitori e “nemici”, senza lasciare spazio ad altre e più complesse articolazioni di pensiero. Tempi in cui ogni critica più profonda è stata spazzata via da forme brutali e semplificate di opposizioni binarie, ancora una volta bianco contro nero. Tutto questo non modifica solo il modo di dibattere, ma quello di ragionare. E – si chiede Lenton – se il nostro modo di ragionare sta cambiando, chi o cosa guida questo cambiamento?
Matthew Lenton
Matthew Lenton è direttore artistico e fondatore della compagnia teatrale Vanishing Point (Glasgow). I suoi lavori con Vanishing Point sono stati rappresentati in Europa, Sud America, Russia, Asia e Cina.
Tra le recenti produzioni si ricordano: Bluebeard’s Castle da Bartok e The 8th Door prodotti per la Scottish Opera e Vanishing Point, The Destroyed Room (Festival Internazionale di Edimburgo) e Interiors (Festival Internazionale di Edimburgo /Theatre de la Ville Paris/FIBA Buenos Aires/Napoli Teatro Festival Italia/Stanislavsky Festival di Mosca/Santiago A Mil, Cile/BOZAR Brussels, Brighton Festival/New Classics of Europe Festival, Lodz); Tomorrow (Brighton Festival/CenaContemporanea Festival, Brasilia/Stanislavsky Festival, di Mosca/Hangzhou Westbrook International Arts Festival, Cina), The Beautiful Cosmos of Ivor Cutler (National Theatre of Scotland/Brighton Festival) e il progetto Tabula Rasa, una collaborazione tra Vanishing Point e lo Scottish Ensemble, ispirato alle musiche di Arvo Part.
Tra gli spettacoli recentemente realizzati al di fuori della compagnia: Charlie Sonata di Douglas Maxwell (Royal Lyceum Theatre, Edinburgh), Il mercante di Venezia (Teatro Nazionale del Kosovo), Striptease e Out at Sea (Citizens Theatre Glasgow/FIT Festival, Lugano), Sogno di una notte di mezza estate (Royal Lyceum Theatre, Edinburgh), Mister Holgado (Unicorn Theatre, London) e Home (National Theatre of Scotland).
Durata 2h senza intervallo
Info Spettacolo
Teatro Bellini, dal 27 novembre al 2 dicembre
Orari: feriali ore 21:00, mercoledì e sabato ore 17:30 e 21:00, domenica ore 18:00
Prezzi: da 14€ a 32€ ridotto, 15€ Under29 tutti i giorni