Una cura per il freddo non rimane infatti imprigionato in un solo stile, ma al contrario è una continua sorpresa, canzone dopo canzone, ed alla fine dell’ascolto viene spontaneo chiedersi: ma qual è la vera identità musicale di Zibba? Impossibile però avere una risposta a questa domanda … il cantautore ligure è un vero camaleonte, un pozzo di idee che non mostra mai un’unica faccia del suo volto, ma ama invece spiazzare, quasi confondere il pubblico. È proprio qui il bello della sua arte: saper usare un linguaggio variegato, pieno di contaminazione di stili diversi ma che alla fine ben si fondono fra loro. La musica può emozionare ma anche far sorridere e qui questi due aspetti trovano una piena espressione. L’amore, quello vero, quello verso se stesso o gli altri o per la vita in genere, è grande protagonista delle quindici canzoni scritte in giro per il mondo. Potremmo leggere questo album in tantissime maniere ed ogni volta ottenere probabilmente un risultato diverso. Personalmente preferisco Zibba quando esplora territori jazz oppure sconfina nelle ballate più pure. Troviamo nello specifico almeno cinque bei gioielli di gran classe: la breve Ordine e gioia, con violino, contrabbasso e pianoforte a dominare la scena; Una parola illumina, strano ma riuscito mix fra jazz e reggae; Scalinata Donegaro, il migliore pezzo dell’intero lavoro, in cui Zibba quasi recita su atmosfere inizialmente acustiche che poi verso la fine lasciano spazio ad un incedere improvviso di violino, batteria e chitarra; Tutto è casa mia in cui sono sì morbidi i suoni, ma il testo è ironico e provocatorio: emblematico citare “… e adesso che son sobrio apro gli occhi alla magia“; infine Una parte di te, grande protagonista la voce … un quasi parlato cupo che ben si presta alla morbidezza delle sonorità.
A fare da contraltare a queste atmosfere soft sono altri pezzi, fra cui degni di nota sono Rock e s s roll, vero e proprio rockettone, quasi uno spartiacque fra l’intimismo delle canzoni prima citate e quello che invece è l’altro spirito del disco. E Ammami, puro e classico reggae. Bellissimo anche L’odore dei treni in cui si manifesta l’odio verso alcuni aspetti della vita quotidiana del mondo di oggi.
Una cura per il freddo non fa che ribadire un percorso già ben tracciato con il precedente Senza smettere di far rumore: Zibba non si può etichettare, è uno a cui piace non essere mai banale e che ama dire la sua con canzoni in cui stile e poesia convivono … un vero artista fuori da ogni schema che fa della buona musica il suo credo!
Recensione a cura di Piero Vittoria
Punteggio: 8