Il cantautore Stecca presenta il suo album, dal titolo omonimo: Stecca. Si tratta di un lavoro discografico a tutto pop rock, preannunciato dal singolo di lancio “Viaggio in America”.

Cercate del sano pop rock semplice ed immediato ma di qualità? L’avete trovato: è il debutto sulla lunga distanza del giovane cantautore Stecca. La produzione è molto curata nei suoni da Mel Previte e Daniele “Barny” Bagni, due che non hanno bisogno di presentazioni (ben note le loro collaborazioni e militanza rispettivamente nella band di Ligabue il primo e nei Litfiba il secondo), qui anche nella loro usuale veste di chitarrista e bassista.
I testi delle canzoni, freschi ed immediati, rappresentano uno spaccato di vita quotidiana e lo fanno nella maniera più semplice, con schiettezza e senza fronzoli.
Si parte con “Viaggio in America” singolo di lancio molto orecchiabile, chiuso da un monologo affidato ad Elisa Manzini, protagonista anche del video di lancio del brano, su un tappeto di archi ben curato.
Poi si passa a “Balla e muoviti da sola”, un rockettino un po’ troppo banale e ruffiano.
Si continua con “Il vivere che puoi” in cui le citazioni cominciano a farsi evidenti: da lodare, di contro, l’ottimo uso della voce da parte di Stecca nel pezzo, una caratteristica che alla fine dell’ascolto dell’intero cd risulterà una delle sue carte vincenti.
“Tra birra e fumo”, una sincera e forte lode all’amicizia, e “Questa è la nostra storia” sono le due cose migliori dell’album: in particolare quest’ultima gode delle ottime intuizioni chitarristiche di Mel Previte e Marco Montanari.
Fra le altre canzoni emergono “Principessa” e la conclusiva “Innamorato di te”, inserita come bonus track, già uscita come singolo nel 2004.
“Comunque vadano le cose” e “Un posto lontanissimo” sono invece i due momenti più deboli: troppo di già sentito, non serve fare nomi per scoprirne i riferimenti, anche se salviamo ancora una volta le belle trovate vocali di Stecca.
Una lode particolare al drumming di Francesco Micalizzi, molto preciso e puntuale in tutte le tracce.
Una pecca da trovare dunque in un pur riuscito album come questo? Il cantautore reggiano avrebbe potuto osare un po’ di più: tanti, forse troppi, i riferimenti ai grandi nomi del panorama italiano, si è probabilmente calcato troppo la mano in questo senso, ma il talento c’è, Stecca sa il fatto suo e dunque per ulteriori giudizi aspettiamo la sua prossima prova!
Recensione a cura di Piero Vittoria
Punteggio: 6
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