Abbiamo scritto ce lo concedono, sì! Perché loro sono stregoni, ammaliano con la loro musica le anime, quelle che sbattono tra il bene e il male, anime che ascoltando le loro canzoni si perdono dentro i dieci pezzi di cui è composto l’album.
Il delirio di onnipotenza della band si fa sentire subito con “Your Halo”, “Liar” e “No Mercy” (feat. Mimosa Campironi). Questi pezzi hanno un denominatore comune: adrenalina pura, energia, creatività, il resto lo svolge l’impennata di chitarra, il basso e la vocalità molto carismatica del cantante.
Il sentiero più bello lo lasciano le tracce “Ritual” che ha fatto da apripista all’intero lavoro e “XXX” dove troviamo una delicatezza e un’aggressività davvero notevole che divide i compiti in due parti grazie alle aggressive accelerazioni di chitarra e batteria nel ritornello.
Con “Goodbye” e “Second Chance” lo stile cambia e si addolcisce come misto di piacere e di dolore.
Il viaggio trasversale tra rapporti sentimentali e interpersonali di questo lavoro continua con “ Colors and Grey” e “The Art Of Losing Ground” dove dopo un interplay tra la batteria, chitarra e voce si arriva ad assaporare musicalmente colpi raffinati e apparentemente calmi per poi irrompere quasi di prepotenza sui brani per dar loro sempre più potenza.
Riccardo Sabetti Enzo Russo e Andrea Freda con “Second Chance” trascinano l’ascoltatore in un vortice ricco di passioni di vario genere, dove tutti i brani si mostrano diretti e senza fronzoli dall’inizio alla fine che inneggiano all’amore quello che va vissuto a ogni costo.
Il pezzo finale, “Nothing”, è anch’esso notevole: dopo la prima parte che salpa quasi sommesso con synth e pianoforte, il brano cambia abito e diventa un brillante legame ritmico.
Se non avete mai ascoltato gli Spiral69 fatelo che ne vale davvero la pena.
“Second Chance” è sbalorditivo.
Punteggio: 7