Il nuovo album degli Skunk Anansie è Wonderlustre, lavoro discografico composto da 12 inediti uscito da pochi giorni e già salutato con favore dai fan che hanno sperato nella reunion degli Skunk.

C’è una prima parte ed una seconda parte in Wonderlustre, il nuovo album degli Skunk Anansie. A fare da spartiacque è It doesn’t matter, la canzone più aggressiva dell’album. Un pezzo forte e pungente ma non abbastanza da caratterizzare tutto il lavoro, apparentemente diviso – come si diceva – in un prima e un dopo. Il dopo è leggermente più coeso, il prima è “tanta roba“, anzi persino troppa quanto ad abbondanza di spunti che però non si sviluppano del tutto.
Wonderlustre è di sicuro un buon album ma poco omogeneo, come se non ci fosse un filo conduttore a percorrere tutte le canzoni. Un album con più di un paio di buoni singoli, magari, ma senza la spina dorsale che l’avrebbe reso più significativo.
God loves only you apre l’album, presentandosi come una canzone della miglior tradizione Skunk: tocchi di velluto e poi ruvida tela di yuta, in una successione in crescendo che dà il benvenuto nell’album del ritorno degli inediti della band.
My ugly boy non necessita di presentazioni: è la canzone apripista, attualmente ancora in rotazione radiofonica: il giusto mix di pop e rock da dare in pasto alla “massa”, per tornare a farsi spazio in classifica e non solo.
La terza traccia svela la prima ballata rock dell’album: è Over the love. Ritmata, fresca e potente, suggestiva nel suo aprirsi a favore dell’ariosa voce di Skin, una voce – inutile dirlo – sempre inconfondibile.
Talk too much è intimista e romantica: la quarta traccia cede per un attimo il passo alla lentezza. Un sospiro di dolcezza, una carezza rock.
The sweetest thing spezza leggermente l’idillio, perchè sa di già sentito: un po’ 70’s e un po’ svogliata. Per rendere l’idea, fa pensare ad una versione da coverband degli Skunk, più che agli Skunk veri a propri.
Fortunatamente nell’arco di un paio di minuti l’atmosfera si ribalta ed ecco gli Skunk veraci: la sesta traccia, It doesn’t matter, dà il bevenuto agli Skunk arrabbiati e casinisti. Ecco che a metà album l’atmosfera si fa più tirata e la parte ritmica non si risparmia affatto.
Da qui in poi l’album cambia anima, il chè non è nè un pregio nè un difetto.
You’re too expensive è un’altra canzone che potrebbe tranquillamente candidarsi all’uscita come singolo. I cambi di ritmo sono gradevoli e si intrecciano con piacere ai ricami della chitarra.
My love will fall è di tutt’altra pasta, di atmosfera molto diversa: cupa, tenebrosa, la linea di basso introduce la voce di Skin che sembra sussurrare a pochi centrimetri dall’orecchio. Una melodia sensuale sulla quale Skin si muove sinuosa e insidiosa.
You saved me è un bel pezzo lento alla Skin solista, più che alla Skunk Anansie in formazione completa. Si parla di un amore finito o di un amore mai iniziato? Di certo è sentimento, esplicitato in una canzone ricca di gratitudine e speranza.
Feeling the itch cavalca alla grande il pop rock, in un connubio sempre più presente nelle battute finali di quest’album che si chiude decisamente bene, continuando a seguire la scia del pezzo, con un’altra canzone di simile ispirazione: You can’t always do what you like. Ecco ancora un altro brano candidato alla rotazione radiofonica, perfetto potenziale singolo, con una Skin dolce e docile a tessere melodie di arrivederci, in vista dell’ultimo pezzo di Wonderlustre.
I will stay but you should leave è la ballata malinconica che chiude l’album, lasciando all’ascoltatore il sapore del saluto tra frugali amanti.
Probabilmente Worderlustre non sarà annoverato come il miglior album degli Skunk Anansie per il solo fatto di non avere l’aspetto di un disco concepito nella sua interezza. Tuttavia, resta un buon lavoro, consigliabile e consigliato, tanto più che allegato vi è un dvd da guardare avidamente, tra making of e dichiarazioni.
Punteggio: 7
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