Diciamolo subito: disco molto ben suonato, testi intelligenti ed impegnati, tante idee e passione, ma anche un gran limite, quello cioè di non saper uscire dal sottile confine del “già sentito”. Troppo vicini risultano all’orecchio dell’ascoltatore i maestri del genere (Modena City Ramblers e Gang su tutti). Forse la prossima volta sarebbe meglio osare un po’ di più, cercando di affiancare idee proprie a questi riferimenti per andare alla ricerca di un’impronta più personale e meno etichettabile. Tornando al disco, scorre in maniera piacevole: quello dei Sine Frontera è un folk rock d’impatto, i ritmi incalzanti si alternano alle ballate in un’ideale viaggio fra l’Irlanda ed il Sud America, passando anche per la bassa padana.
L’incontro fra il tribale ed il folk viene efficacemente realizzato dal buon mix realizzato nell’uso dei vari strumenti, percussioni, violino e fisarmonica su tutti.
20 Now evidenzia un lavoro molto preciso eseguito anche sulle liriche: una volta legate alle tradizioni dialettali, oggi più dirette, rimandano senza farne mistero al ventennale della caduta del Muro di Berlino. L’album si apre con il singolo estratto Contaminacion, che già dal titolo fa capire l’intento di dare forte contaminazione allo stile della band.
C’è chi crede che trascina alla grande, è adrenalinico, nella migliore tradizione folk punk.
20 Now è il brano che dà il titolo al disco ed anche il più riuscito: passa in rassegna venti anni di storia dal 1989 al 2009, dalla caduta del Muro di Berlino fino ai contraddittori giorni nostri. Il poeta, che riassume la vita di un poeta insolente e irrispettoso delle regole, col suo crescendo fortemente energetico ritmico, diventa alla fine uno dei migliori episodi del cd. Fra gli altri pezzi si segnalano Luce negli occhi (canto ed allo stesso tempo grido di affermazione della libertà della cultura indigena), Mefisto (di ispirazione fumettistica, ma anche manifestazione di disapprovazione nei confronti del mondo dell’alta finanza e del potere che viene ben descritta dal forte impatto del suono combat folk), Polvere e pazienza (finalmente una buona nota di originalità nella suo mix di flamenco e folk), Tempo al tempo (suggestivo e coinvolgente, il più intimista del cd). Sacco e Vanzetti è un omaggio a Giovanna Daffini, la più grande cantante folk del dopoguerra: il pezzo è stato riarrangiato in chiave moderna ma ha mantenuto le linee base dell’originale.
Tziganojka, tradizionale gitano cantato in georgiano da David Zivzivazde, chiude l’album.
20 now è dunque un disco che nulla aggiunge al percorso dei Sine Frontera ma che comunque ha il pregio di evidenziare la loro grande capacità di contaminare stili musicali e soprattutto di trascinare. La prossima volta un tocco di originalità in più non potrà far altro che giovare ad una band che vale già tanto ma potrebbe fare ancora meglio.
Punteggio: 6