Banana Split è il secondo album dei pugliesi Rekkiabilly, prodotto dalla Protosound Polyproject e VOLUME! Records. Già il nome della band fa capire dove si vada a parare con la loro musica: a dominare la scena è il rockabilly, ma non nel senso più classico del genere, perché in realtà regna sovrana la contaminazione.
Swing, jazz, country e motown vanno ad arricchire uno stile già consolidato e questo shakeraggio risulta un esperimento decisamente riuscito: Banana Split è un disco frizzante in cui a saltare all’occhio sono gli arrangiamenti e le sonorità, frutto di un’attenta ed approfondita ricerca e sperimentazione che rende i Rekkiabilly una piacevole e graditissima sorpresa in un panorama musicale italiano che oggi è un po’ avaro di reali novità.
“Il rockabilly che lascia spazio ad influenze di ogni genere …”: così recita il comunicato stampa e mai definizione fu più appropriata!
Nove inediti e due cover fanno parte dell’album, colonna sonora ideale per un viaggio allegro, variopinto e fuori da ogni schema.
Grande cura è stata data anche alla grafica del cd, un lavoro molto originale curato dall’associazione di artisti STILEMIO: l’artwork è stato realizzato utilizzando tecniche che passano dalla fotografia digitale all’effetto speciale analogico, ma il tutto è arricchito dal disegno a mano libero, in un’elegante confezione in digipack.
Si parte con una coraggiosa cover, il trascinante strumentale Six by Six di Earl Van Dyke, pezzo tipicamente Motown.
L’Astronauta è in pieno rockabilly style ed è già prontissimo a far esplodere il pubblico ai concerti.
Il singolo Sisma ha un sound che riporta agli anni’50, ma al tempo stesso moderno ed accattivante, che subito entra, il testo tratta il disagio socio-politico che oggi viviamo in Italia.
La title track è un altro dei tanti bei momenti di cui vive questo disco: un ritmo in bilico fra swing e rockabilly che rende benissimo il concetto di contaminazione di cui si diceva all’inizio.
Lulù Swing è un magnifico esempio di swing di gran classe.
Notte Notte Notte risente delle influenze di un Buscaglione d’annata ed è forse l’episodio più bello del disco.
Mezzanotte di fuoco è rockabilly al fulmicotone, ma con elementi di country qua e là, col chiaro intento di voler portare l’ascoltatore nelle atmosfere dei Far West americani.
Il Compare si ritaglia un posto a sé fra le varie tracce: un bel gioco di suoni con percussioni, chitarra blueseggiante e tromba spezzano con tutto il resto del disco.
La Pensione ironizza sulle pensioni ( fantastica la frase “e poi c’è chi dopo due anni prende già la pensione, no dico non gli fa male il cuore?”).
Questo è il Rock’N’Roll spiega sempre con ironia cosa significhi suonare questo genere (“…. Devi vivere così col ciuffo in fronte” recita il testo).
Sembra di essere giunti alla fine con la seconda cover, Burn Toast and Black Coffee di Mike Pedicin che si trasforma qui in Toast e Caffè Arrosto. Così non è: la sorpresa finale? Una traccia fantasma in cui i Rekkiabilly sfogano tutto il loro estro musicale in un vortice improvvisato di suoni che chiude come meglio non si poteva il disco.
Recensione a cura di Piero Vittoria
Punteggio: 9