Apriamo le danze con il primo pezzo dal titolo Briciole che regala anche il nome all’intero Ep; il brano scorre perfetto tra ritmi blues e soul, il tutto condito dalla sua capacità di toccare note alte e basse con la stessa intensità.
Il ritornello occupa la mente sotto i colpi di una chitarra blues che segue passo passo la voce quasi malinconica di Noemi.
Stelle appiccicate è il secondo brano, un mix perfetto tra il raffinato e lo stile giocoso. Qui la tessitura musicale è più melodica ma sempre in stile black, con il piano che accompagna la voce di Noemi in un semi gospel:”A volte le stelle brillano e cadono giù“, è questo il ritornello del brano, dove la musica ha delle linee melodiche aggraziate.
Scorrono le tracce e il coinvolgimento per il disco intriso solo di sei canzoni non si placa, anzi man mano che il lettore scorre vien voglia di battere i piedi sotto il tavolo per tenere il tempo ai due brani Vertigini e Brividi e guai, dove la voce di Noemi – a tratti sussurrata a tratti più roca – non risulta mai invadente; insaporisce il pezzo Vertigini questa volta uno stile più rock, mentre in Credo a ciò che vedo la sequenza musicale è più concentrata in un riff di chitarra acustica che suona mischiato ad una verve rock-soul posata su una voce che stacca parola per parola il testo e che contribuisce in maniera netta alla riuscita del brano.
Adesso è la volta delle due cover che per eccellenza ancora oggi fa piacere ascoltare, Il cielo in una stanza di Gino Paoli e Albachiara di Vasco Rossi.
Il cielo in una stanza viene rivisitato in chiave moderna, con dei toni molto più underground e leggermente in stile rap, mentre Albachiara di Vasco Rossi, Noemi riesce a cantarla in chiave molto più pacata e con un sound meno aggressivo del pezzo originale.
Spesso si usa dire che il buongiorno si vede dal mattino. Ed il mattino, nel caso di Noemi e del suo Ep Briciole, è più che radioso.
Punteggio: 7