In play il nuovo disco dei NODe dal titolo “Human Machine”. L’uomo che diventa macchina o anche la macchina uomo che rasenta la perfezione. Il vivere e l’essere, il passaggio su questa Terra, la biologica emozione della vita. Il tutto incastonato in un catalogo di beats digitali che fanno di questo disco un vero cofanetto prezioso di moderna rappresentanza della scena musicale italiana. Non capisco ancora se mi piace o se lo trovo antico. Non è immediata la sua collocazione temporale, se nella trasgressiva sperimentazione di oggi o nella didattica celebrazione di un mondo elettronico che i Daft Punk ci fanno conoscere dagli anni ’90 e forse anche prima.
Di sicuro si fanno sentire i tratti di pop italiano come a voler sottilmente dare un appiglio alla creatività lasciata troppo libero. Almeno un ponte che metta in comunicazione il delirio creativo al popolo di ogni dove. E poi, se facciamo riferimento al loro passato discografico, questa volta ci piacciono le voci femminili e un certo tipo di suono che non deve per forza essere totalmente plastificato e compattato in dinamiche asettiche.
Questo “Human Machine” però non è troppo innovativo. Peccato di pregiudizio, tutto mio forse, o banalissima aspettativa di quando la creatività lasciata libera deve voler puntare per forza a cose assolutamente nuove e impensabili. Forse, mai per una volta, anche la trasgressione celebra le sue tradizioni antiche di secoli.
Punteggio: 6