Bellissimo soprattutto perché, come raramente accade, siamo di fronte ad un artista che la vita la palleggia e la colora di spiritosa attitudine alla critica sociale…verso se stesso prima e verso gli altri poi.
Insomma canta ma non è assolutamente strano sorprendersi a ridere di gusto durante l’ascolto. Si parte con la title track del disco “Lo Scapolo” di cui c’è anche un bel video in rete.
A sentir parlare lui, in tempo di crisi anche l’amore ne risente…ecco dunque i pro e i contro nell’essere scapoli. E che dire invece del risparmio che si ha nell’avere amici dediti alle relazioni volitive (per essere meno diretti di lui…) piuttosto che amici dalle storie serie che alla fine ti invitano ai loro matrimoni? La crisi l’affronta anche “politicamente” quando fa della sana ironia nella bellissima “Crisi Rock”.
L’essere poi scapoli significa anche dover gestire una casa in rivoluzione, la camera da letto…il “Guardaroba impazzito” che in qualche modo vive di vita propria comunicando al mondo il suo stato d’animo attraverso il disordine totale…bellissimo andamento blues fumoso dei tempi moderni con “Notte seria”…e poi “Santa la Bella Stella Stanca” con i suoi cori popolari e della “poesia” cantautorale dedita solamente all’amore, quello vero, quello che vince anche le crisi generazionali.
Insomma Matteo Schifanoia se da una parte ci fa ridere – complice anche la sua r-moscia – dall’altra attenti perché ci regala un disco che non è affatto banale, soprattutto per le soluzioni d’arrangiamento, un po’ antiche nei gusti, un po’ vintage, qualche volta “rock” anni ’70, qualche volta swing anni ’30.
Di certo un disco lontano anni luce dal cantautorato tristemente impegnato di quest’era digitale. Un bell’ascolto.
Punteggio: 7