Accattivante già nella veste grafica dell’album, D’Arrigo ci delizia i timpani con undici brani ricchi di effetti innovativi, chitarre predominanti e tappeti sonori cosmici come quelli che ci può regalare lo stile new age.
Mystree si presenta sin dalla prima traccia dal titolo Voyage, scuro, compatto, romantico e minimale.
L’artista-musicista D’arrigo con i pezzi Lookin’up, Mystree (che regala il nome all’intero lavoro) e Still Alive spazia egregiamente dallo stile new age ad un sound rock elegante e raffinato, dove la sua chitarra sembra portarci in luoghi sconosciuti, in labirinti musicali, quelli fuori e dentro ogni uomo.
D’arrigo con la sua chitarra ci accarezza nuovamente l’anima con i brani Soul Pilot, Gymnopédie NO.1 e Spank, e mentre la batteria ha un suono fluido e anche il basso riesce a ritagliarsi il suo spazio in alcune parti, facendo da colonna portante dei pezzi, la chitarra di Massimo D’Arrigo delinea le tracce sinuose di una musica senza tempo e senza spazio.
A volte un disco di sole note può anche avere lo stesso potenziale di mille parole, perchè la sua musica è un mare che si lascia navigare, che spinge a sognare.
Towards, Seair, Tear-Drop e 14/02/98 completano l’album: qui le successioni armoniche molto variegate, inondano ogni brano con continui cambi di accordi.
Tiriamo quindi le somme: Mystree è un disco che trabocca di eleganza e raffinatezza, peccato che la discografia a volte sia sorda e pure cieca…
Punteggio: 8