Play.
Impulsi primari apre il disco, dove alcuni ritmi e riff di chitarra ricordano una deliziosa atmosfera retrò.
Recidivo è la seconda traccia che regala anche il nome all’intero album; il pezzo spazia tra frammenti di poesia ermetica a melodie avvolgenti adagiate su ricercati fraseggi di chitarra e ritmi di batteria di estrazione quasi jazzistica; il tema trattato è la bisessualità, ma cantata con parole delicate come pochi sanno fare.
Una pallottola e un fiore e Lasciami andare, terza e quarta traccia, sono di quelle canzoni che lasciano senza parole per la bellezza del testo e la delicatezza della melodia.
Ancora degno di nota è il pezzo Spleen # 132 in duetto con Franco Battiato. Spleen # 132 è un brano suggestivo, dove l’ottimismo fa capolino sotto delle note alchemiche e intrise di pathos. Il duetto con Battiato rende questo brano geniale, reale, emotivo quasi mistico.
Vernice fresca, sesta canzone del disco, ha una musicalità più poliedrica e fresca, molto mediterranea calda e avvolgente nei suoni.
La vita come viene cantata da Mario Venuti con Carmen Consoli, invece, affronta un tema particolare come la prostituzione, dove un mèlange di emozioni coinvolgono e traportano chi ascolta in un mondo fatto comunque sia nel bene e nel male di sentimenti puri.
La virtù dei limoni dedicata al padre di Venuti ed Il Paradiso non è per te – esattamente ottavo e nono pezzo – si assaporano metafore e squarci di vita quotidiana quella dei giorni nostri, il tutto condido da gocce di musiche quasi folk che non guastano.
Galatea ci fa assaporare il cantante in veste quasi Omerica, con una rievocazione del mito di Aci e Galatea vista però dalla parte del ciclope. La melodia che segue il testo è molto dolce, il linguaggio semplice, stiamo parlando degli stati d’animo di Polifemo in veste quasi romantica e smarrita, anche se Polifemo come narra la mitologia era stupido e rozzo, tuttavia non fu insensibile all’amore. Un giorno si innamorò della ninfa-nereide Galatea, già promessa sposa del bellissimo pastorello appena sedicenne di nome Aci. E’ questa la storia narrata da Venuti che ne accompagna le parole in maniera egregia, con un susseguirsi di delicati archi che fanno del pezzo una perla, proprio come un’anima del purgatorio che si lamenta e biascica parole fatte musica.
Stiamo arrivando al capolinea con la canzone in duetto con Cesare Cremonini dal titolo Un cuore giovane, dove la musica molto orecchiabile esplode a metà del pezzo in una prorompente cascata di parole, mentre la dolcezza della poesia che dal Venuti non viene mai dimenticata diventa un vero e proprio fuoco d’artificio con una musica più coinvolgente, quasi giovane e fresca.
Eccoci arrivati alla fine di questo viaggio musicale con il brano Il milione, pezzo molto filosofico che vuole dare un’immagine suggestiva al vero senso della vita. L’Oriente è il protagonista di questo viaggio virtuale e in questa canzone pianoforte, archi e chitarre rendono il brano una tela intrisa di colori che quasi chiudendo gli occhi si riescono a scorgere, come se l’ascoltatore fosse lì in quel magnifico e singolare viaggio.
Stop.
Recidivo di Mario Venuti è uno scrigno di emozioni, un disco che non può non catturare l’attenzione di chi cerca nella musica forti emozioni, un’ulteriore testimonianza per Mario Venuti di elevata bravura.
Punteggio: 9