Mario Venuti, recensione di L'ultimo romantico

L’ultimo romantico, il nuovo lavoro di Mario Venuti, è l’asso che vale la consacrazione di una carriera.
Dodici le tracce: le danze si aprono e ci mostrano Venuti rinnovato anche nel songwriting, capace ancora di dire molte cose.

Mario VenutiLa prima traccia de “L’ultimo romantico” si chiama “Rosa porporina”, una canzone bella e etnica al punto giusto.Qui e là tra le righe del cd si evince un artista che riesce con le sue canzoni

La prima traccia de “L’ultimo romantico” si chiama “Rosa porporina”, una canzone bella e etnica al punto giusto.
Qui e là tra le righe del cd si evince un artista che riesce con le sue canzoni ad avere con l’ascoltatore un dialogo fresco, sincero e toccante, ne sono prova i pezzi “Trasformazione”,La ci darem la mano e “Rasoi”.
La voce di Mario Venuti si amalgama in maniera impeccabile anche con pezzi diversi tra loro come: “Fammi il piacere” in perfetto stile dance anni 70 o con il brano “Con qualsiasi cosa”, in ottimo stile reggae.
L’artista dunque riesce con L’ultimo romantico ad attraversare generi diversi rimanendo riconoscibile per la sua inconfondibile voce.
Troviamo anche una selva di strumenti nei brani “Con qualsiasi cosa”, “Non sarò io” e “Dna”, dove parole ed emozioni combinate tra loro si trasformano in veri e propri versi musicali, ma se qualcuno pensa che l’album L’ultimo romantico sia un disco mieloso e zuccherato ha commesso un errore, perchè tutto è tranne romantico.
Infatti pezzi tranquilli e scanzonati si alternano ad altri che potrebbero risultare delle gemme come il pezzo “Quello che ci manca” :”la mia giovinezza l’ho bevuta a grandi sorsi, e se mi ha dato ebbrezza non ha spento la mia sete”.
“Gaudeamus” è un altro pezzo molto interessante: regale il violoncello che inizia lasciando delicatamente poi spazio alla voce e alla chitarra di Mario Venuti.
“Terra di nessuno”, ultima traccia del disco, ci riporta al Venuti di sempre: in questo brano si viene cullati dal balsamo delle sue progressioni pop /etnico ambientali.
Ad onor del vero, “L’ultimo romantico” non è un lavoro di facilissima digeribilità, ma assaporato coi tempi giusti regala soddisfazioni molto apprezzabili.

Punteggio: 7

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