Marco Cantini: l’opera sociale di questo nuovo disco

Secondo disco per il fiorentino Marco Cantini che ci regala un album pregiato e di assoluto spessore.

Album Siamo noi quelli che aspettavamoSi intitola “Siamo noi quelli che aspettavamo”, ed è un bellissimo album “fotografico” nella misura in cui sono le parole a restituire tutte le immagini necessarie per non aver bisogno di altro. E sono immagini

Si intitola “Siamo noi quelli che aspettavamo”, ed è un bellissimo album “fotografico” nella misura in cui sono le parole a restituire tutte le immagini necessarie per non aver bisogno di altro.
E sono immagini di rivoluzione, di una Bolgona dei nostri genitori, siamo negli anni ’70 visti e vissuti nei sogni di un professore precario, ed ecco gli artisti che dettavano leggi, i moti studenteschi, i movimenti e le ritirate…erano quelle le vere tendenze.
Dal primo singolo dedicato ad Andrea Pazienza alle ballate in cui rintracciare il poeta e scrittore Pier Vittorio Tondelli e l’eterna pittura di Frida Kahlo. Tantissimi gli ospiti di rilievo, da Francesco Moneti dei Modena City Ramblers, a Giacomo Tosti, Bernardo Baglioni…la voce di Cantini è spesso affiancata a quella di cantautori come Massimiliano Larocca, Tiziano Mazzoni, Giorgia Del Mese, Marcello Parilli e tanti altri.
Insomma, difficile farne una lista completa. Per il resto questo disco è destinato ad un ascolto attentissimo, ricco di sfumature testuali, di visioni impegnate, di venature d’autore per palati fini.
Non siamo di fronte a quella forma canzone classica in cui il ritornello e la strofa misurano il passo…ma siamo al cospetto di un’opera in cui è la parola del cantautore a mettere in chiaro le regole del gioco.
Un disco da assimilare più e più volte. 

Punteggio: 7

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