Si intitola “Giorni di periferia” questo EP firmato dal cantautore di origini svizzere Massimo Cabiddu che noi conosciamo come MACS CABI. Un EP figlio di questa periferia, digitale quanto basta, spigoloso di melodie poco accondiscendenti ai cliché di plastica delle hit da radio. Una canzone d’autore 2.0 – o forse addirittura 3.0 oramai – quando la parola (e MACS le sceglie e le misura anche con molto gusto per la musicalità) diventa un trainante, un motivo, una ragione per far esiste il resto. Bellissima la title track di cui a seguire vi presentiamo il video ufficiale a rappresentare il leitmotiv di quest’opera, dalle ambientazioni urbane di una Torino ai margini, tra case popolari e quotidianità della vita di tutti noi, fino ad arrivare al suono che restituisce un significato importante a mio modo: la digitalizzazione e quell’incedere perfetto degli schemi sonori, umanizzato dalla voce e dall’anima di un cantautore sono oggi il pane quotidiano dell’artista di strada. Oggi è questa la strada. Da “Il ponte sottile” prendo il fascino assoluto degli arrangiamenti di robotica applicata che in qualche misura mi riportano ad un Bluvertigo prima maniera e prendo la tematica di diversità, di chiavi di letture personali e proprie di un vissuto intimo e antico. Una canzone che parla del nostro mondo e di come una stessa cosa possa avere sembianze diverse sotto occhi diversi. Questo giusto per farne un sunto che sicuramente andrà a censurare poetica e politica di una canzone d’autore. Archiviato questo vi consigliamo l’ascolto di questo piccolo lavoro autoprodotto da MACS CABI: il leggero incedere tra il gusto della poesia e l’accettazione del vivere quotidiano.