Il cielo ha una porta sola: l'ultimo, nuovo singolo di Biagio Antonacci

Il Biagio Antonacci che si ascolta in questo nuovo brano di punta e’ quello introspettivo, romantico, colui che scandaglia il cuore e l’animo umano.

Biagio Antonacci - Il cielo ha una porta solaVenerdì 10 ottobre 2008 è uscito il singolo Il cielo ha una porta sola di Biagio Antonacci, che anticipa l’omonimo album, la cui data di pubblicazione è prevista per venerdì 31 ottobre.Il Biagio Antonacci che

Venerdì 10 ottobre 2008 è uscito il singolo Il cielo ha una porta sola di Biagio Antonacci, che anticipa l’omonimo album, la cui data di pubblicazione è prevista per venerdì 31 ottobre.
Il Biagio Antonacci che si ascolta in questo nuovo brano di punta è quello introspettivo, romantico, colui che scandaglia il cuore e l’animo umano, ne percepisce e interpreta i moti, le sfumature più recondite, gli slanci e le contraddizioni più irrazionali e imprevedibili.
E’ l’uomo che, più di ogni cosa, si focalizza e si concentra su una scrittura intimista, delicata, discreta, quasi come se si trattasse di una luce soffusa, appena percettibile. 
E’ un Biagio Antonacci che sa colpire nel segno, che va dritto al cuore delle donne, ne comprende la sensibilità, l’essenza, coglie spiega i loro comportamenti, le loro reazioni.

Il singolo richiama, nella sua struttura, molti altri brani del cantante milanese: inizia con un’introduzione abbastanza soft, con arrangiamenti e melodia pacati; l’incipit del brano, in effetti, è caratterizzato dal binomio sempre affascinante di voce e pianoforte.
La voce di Biagio rispecchia quest’atmosfera rilassata: la prima e la seconda strofa vengono cantate quasi in punta di piedi, in un soffio, come se l’artista temesse di far male alla ragazza a cui si sta rivolgendo, di azzardare ipotesi sulla storia che andrà a svelare e a raccontare. 
Una matassa che si dipana piano piano, un filo che si srotola gradualmente mentre si prosegue con l’ascolto del pezzo.
Biagio Antonacci ci conduce tenendoci per mano, ci guida nell’esplorazione e nella scoperta di un universo intricato, complesso, sofisticato, mai scontato e razionale qual è quello tipicamente femminile.

Ecco che poi, con l’inizio del refrain, il brano si apre, prende corpo, si autoalimenta, come il riflusso della marea, in una sorta di onda, di escalation inarrestabile: a questo punto l’innamorato sembra acquisire sicurezza, consapevolezza, sembra trovare in sé stesso il coraggio, la convinzione e la determinazione per dichiarare, in un grido struggente ma mai disperato, i propri sentimenti a colei che ha conquistato e stregato il suo cuore.
Assistiamo così ad una sorta di sfogo, di confessione, di catarsi, di esternazione senza veli e senza pudori di ciò che prova un uomo di fronte ad una donna che ha paura dei suoi stessi sentimenti, che fa fatica ad aprirsi, a lasciarsi andare, a comunicare.
E’ a questo punto che si realizza un climax spettacolare, dato da un ritmo più scandito, più sostenuto rispetto all’andamento morbido, duttile e sospeso delle prime due strofe. 

Da notare la predominanza di archi e chitarre, un altro elemento ricorrente dello stile di Biagio Antonacci.

Ogni volta che pronuncia la frase “Tu mi piaci“, la voce si fa dolce, sussurrata, quasi ovattata, in netto contrasto con il tono più deciso e grintoso del refrain.
Quest’alternanza di forte e piano, quest’altalena di crescente e decrescente, conferisce una certa dinamicità al brano e rispecchia perfettamente il carattere fluttuante, sfuggente, mai statico delle emozioni e dell’animo umano.
Nell’ultima strofa la voce torna ad essere lieve e delicata. L’innamorato prende una decisione, sceglie di amare nonostante tutto, di andare oltre la distanza, le incertezze, le paure, le difficoltà… Poiché l’amore basta a sé stesso!
E’ un cerchio che si chiude, che ci lascia addosso una sensazione positiva, gradevole, un senso di leggerezza, di rinascita. Ci dona, insomma, una nota di speranza!

L’unico neo che si può riscontrare in questo trionfo dei sentimenti e della gratuità dell’amore è che, anche questa volta, Biagio Antonacci ha proseguito con questa vena romantica, ci ha riproposto una ballata che si colloca a metà strada fra il pop e il rock, non ci ha spiazzato, non ci ha regalato nulla di nuovo, non ha proposto nessun cambiamento rispetto allo stile che sta portando avanti negli ultimi anni.

Forse, però, è giusto così, forse è proprio questo il talento di un artista: quello, cioè, di crearsi, nel corso degli anni, un proprio stile sempre riconoscibile e fedele a sé stesso.

Punteggio: 7

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