Finalmente una risposta o un’alternativa a tutta questa scena indie spesso contaminata di rumori più che di suoni, di stonature più che di interpretazioni dell’arte.
Davide Geddo torna in scena con un terzo disco dal titolo “Alieni”, un lavoro di 14 nuove canzoni che attingono direttamente dalla tradizione leggera italiana, quella più impegnata e meno scontata.
Cosa sentirci dentro pare superfluo dirlo…direi che il disco di Geddo di certo non promette rivoluzioni ne sforna melodie particolarmente riconoscibili e innovative… e in generale, non esiste proprio alcun motivo per gridare al miracolo.
Tuttavia, finalmente, ecco un lavoro fatto come si deve. Se poi ci uniamo a questo anche dei testi popolari si ma decisamente curati e mai banali, dalle parole e dai messaggi semplici ma mai resi ovvie e futili, l’ascolto si impreziosisce e diventa valevole di lode e ammirazione. In singolo di lancio è “Due”, forse l’unico brano di tutta la track list che si lascia ricordare con energia, complice anche un sint bandiera e testimonianza che la canzone di Geddo è ben radicata al presente invece che stagnarsi in un passato fin troppo violentato.
Un concept album che parla degli altri, del contorno, degli amori irrisolti, degli inequilibri dei rapporti, delle strane reazioni. Parla anche dei social e di questa “violenza” di grammatica e di contenuti.
La canzone d’autore pop di Geddo è qualcosa che dovrebbe far parte di merito tra i protagonisti della giovanissima nuova cultura musicale italiana.
Un buon ascolto…
Geddo: recensione di “Alieni”
Non c’è troppo da dire quando nello stereo si ascolta un bellissimo pop d’autore, ben prodotto e ben cantato.
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