Il testo del cantautore Fiorindo è tratto da una storia vera, “quando innanzi a Dio io sarò, cosa mai gli dirò“, e ancora “quando un giorno mi vorrai amare io sarò li ad aspettare“: così esordisce il ritornello di una storia tristissima fatta di solitudine e di disperazione, di un figlio che perde il padre e la madre e che non ha nemmeno una ragazza per addolcire i momenti struggenti che di giorno in giorno rischiano di farlo impazzire.
Bandito: un testo dunque che si snoda come un rosario, il destino agisce con coincidenze non sempre facilmente credibili, ma utili a creare una storia di identificazione emotiva.
Indubbiamente Fiorindo cerca di sollecitare la partecipazione di chi ascolta: le lacrime, l’affetto, il rispetto per una storia così commovente, ma ciò che non convince è proprio la voce del cantante che sembra quasi distaccata dal brano stesso.
Formula vincente e elemento dominante del singolo è invece la strumentazione: ottima, ricca di strumenti molto in sintonia tra loro.
L’introduzione, musicalmente parlando, ci trascina in un vortice di emozioni pure, in perfetto stile tango e dove, man mano che scorre il pezzo, un sound elettronico moderno rielaborato in chiave quasi jazz unito a delle favolose fisarmoniche miscela con dovizia il tutto in maniera quasi originale.
Insomma, un risultato che lascia molto perplessi, almeno per chi quando ascolta un nuovo disco scalpita per farsi travolgere da una qualunque nuova idea.
Etichetta: Fidati Music
Punteggio: 5