Depeche Mode, recensione di Sounds of the Universe

Il suono iniziale di Sounds of the Universe è quello dell’astronave Depeche Mode che dopo 4 anni torna sulla terra a rapirci per condurci in un viaggio lungo 13 anni luce.

Sounds of the Universe - Depeche ModeI Anno Luce: In Chains apre il disco e la voce di Gahan riemerge dal passato. Su uno sfondo elettronico-minimalista si snodano i vocalizzi sinuosi  in uno dei paesaggi più belli del viaggio. II Anno

I Anno Luce: In Chains apre il disco e la voce di Gahan riemerge dal passato. Su uno sfondo elettronico-minimalista si snodano i vocalizzi sinuosi  in uno dei paesaggi più belli del viaggio.

II Anno Luce:  Hole to Feed, il primo ed anche il miglior pezzo a firma Dave nel disco. Un ritmo di matrice gahaniana in un bel vestito Depeche. 

III Anno Luce: Wrong, un manifesto. Un capolavoro costruito attorno ad una sola parola. Magnificamente ossessiva.

IV Anno luce: Fragile Tension, apparentemente ruffiana. Si spiega meglio dopo vari ascolti. Il suono sembra figlio del disco precedente ma lo perfeziona.

V Anno Luce: Little Soul appare cucita sulla voce di Martin. Ma la scelta di creare contrasto introducendo il timbro di Dave è geniale. Ambigua dolcezza.

VI Anno Luce: In Sympathy, sorprendentemente leggera e pulita. Sapiente fusione di suoni retrò.

VII Anno Luce: Peace è una perla incastonata nel disco. Ecco come suonerebbe un “frammento rotto” del 1982 nel 2009.

VIII Anno Luce: Come Back traccia netto il solco tra il maestro e l’apprendista scrittore. Nonostante la strabordante elettronica, resta troppo trasversale all’intero disco. In Hourglass si sarebbe gridato al miracolo. Peccato che il disco è quello dei Depeche Mode.

IX Anno Luce: Spacewalker è la solita traccia strumentale presente ormai in tutti i dischi della band. Da sostituire con la splendida ghost-track, splendida ma troppo sperduta nell’oscurità dell’universo.

X Anno Luce: Perfect ha un attacco splendido. Seppur la voce filtrata è discutibile, la musica è di sconvolgente bellezza ed il testo è molto originale.

XI Anno Luce: Miles Away, di nuovo Gahan scrittore. Un cantato sensuale e aggressivo allo stesso tempo. Grande personalità.

XII Anno Luce: Jezebel sembra uscire da un ipotetico Counterfeit 3. Bellissima ed emozionante nella sua semplicità. Splendida la coda elettronica. Inchino al genio compositore.

XIII Anno Luce: Corrupt. La musica sembra una splendida eredità di Violator . Il testo è malato come nella miglior tradizione modiana. La firma in calce all’opera.

Il viaggio è finito. Dave sembra voler minacciare l’ascoltatore: I could corrupt you in a heartbeat.
Per nostra fortuna però….ha ragione.

Recensione a cura di mYork

Punteggio: 8

Pubblicato in

Se vuoi rimanere aggiornato su Depeche Mode, recensione di Sounds of the Universe iscriviti alla nostra newsletter settimanale