“Chi si accontenta muore” è il lavoro di Davide Berardi, un menestrello moderno, oserei dire.

Spesso ci sono motivi differenti che generalmente spingono a scrivere su un disco.
A volte é quell´emozione che si riesce a percepire fin dalle prime note del disco, altre volte é il ricordo di quegli ascolti passati che sono legati in qualche modo ad una storia o ad emozioni che valgono la pena di essere raccontate.
E questo lavoro di Davide Berardi vale la pena di essere raccontato.
Undici le tracce che compongono il disco, cd, che tra l’altro vanta collaborazioni eccellenti come Roy Paci e Eugenio Bennato, tanto per citarne alcuni.
Tutti i pezzi dalla prima traccia all’ultima hanno un denominatore comune che ti attraversa la pelle: queste canzoni sono scritte con il cuore, con la testa, nel senso puro della parola, sentite, volute, e per certi versi, anche vissute.
Gradevole chiudere gli occhi ed ascoltare “Mia terra”, brano che fornisce un efficace ritratto di questo giovane cantautore, o il pezzo “Copo e Cristal” dove si manifesta apertamente una melodia orecchiabile, ritmata e dolce allo stesso tempo. “Ninnarella” è spendida, caratterizzata da un’estrema dolcezza nella melodia e da un linguaggio semplice.
“Cento e Mille”, “Senza dire niente” sono raffinate e dal sound molto personale: diciamo la verità, a stupire, più di ogni altra cosa, è la struttura delle composizioni, che spesso, vagano sull’onda di un songwriting libero ed ispirato.
“Lu brigante” è bella senza riserve, ha una musica che si evolve senza fretta, fraseggi che si susseguono liberamente in una sorta di estasi creativa.
“Cinque minuti”, “Il filo”, “L’amore di lunetta” sono canzoni che portano dentro di sè un’arte: quella volta a padroneggiare con miracolosa delicatezza un’incandescente materia emotiva.
“Addio al celibe” è la penultima perla del disco, qui la pasta sonora del brano tiene un regime di totale libertà espressiva, la voce perfettamente adagiata su tutti gli strumenti che deliniano la canzone rendendola originale e fresca.
“Ninnarella” (Intimate Version) conclude questo viaggio. In conclusione “Chi si accontenta muore” di Davide Berardi è perfetto per un semplice motivo, anche se, con la sua interpretazione a volte dispettosa, non si può nascondere che la bravura è un suo talento!
Punteggio: 9
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