Cyndi Lauper, recensione di Memphis Blues

Quando si recensisce un album di Cyndi Lauper è difficile non parlare di originalità e bravura pura, anche se questo nuovo disco dal titolo Memphis Blues è da dimenticare. Questa volta Cindy Lauper “arricchisce” il suo repertorio e le nostre orecchie cimentandosi con delle cover dai ritmi e dai colori decisamente blues.

Memphis blues di Cindy LauperChe sia un’artista raffinata non c’è dubbio ma che in questo album manchi alla cantante quella personalità, quella sofferenza di chi ci è nato sotto la stella soul è una certezza.Tutto questo lo si evince nella prima

Che sia un’artista raffinata non c’è dubbio ma che in questo album manchi alla cantante quella personalità, quella sofferenza di chi ci è nato sotto la stella soul è una certezza.
Tutto questo lo si evince nella prima traccia dal titolo I’m Just Your Fool, dove i colori e i suoni blues ci sono tutti ma la voce dell’artista è eccessivamente pop.
Ascoltando questo cd ci si ritrova come se dovessimo condire un ottimo dolce con il sale al posto dello zucchero: sicuramente lo metteremmo da parte perchè immangiabile…
Ma continuiamo ad ascoltare i brani quali: Shattered Dreams, Early in the Morning e Romance in the Dark che sembrano pezzi usciti da un vinile impolverato, questo grazie però ai duetti con Allen Toussaint e B.B. King due icone del soul-jazz.
How Blue Can You Get
, Down Don’t Bother Me e Don’t Cry No More, esattamente quinta, sesta e settima traccia, non si sposano minimamente con la voce della cantante, la scanalatura boogie-woogie è ottima, ma come le canzoni precedenti (nonostante la Lauper abbia una voce splendida in questo cd che pone l’accento su un mondo gospel) in lei manca qualcosa.
Rollin and Tumblin’ è l’ottavo brano, un duetto magistrale con Kenny Brown e Ann Peebles, ed è proprio in questo pezzo che si nota la differenza dell’artista con Ann Peebles, Cindy Lauper fortemente pop e poco roca e la Peebles istintivamente soul.
Down So Low, Mother EarthCross Roads evidenziano l’aria cupa, suggestiva, mistica e fumosa di chi nasce mangiando pane e blues e anche questo non è il caso di Cindy Lauper, i musicisti che suonano egregiamente in tutti i pezzi cercano al massimo di valorizzare la voce dell’artista ma inutilmente.
Wild Women Don’t Have the Blues chiude il disco, in questo caso è un’ottima chitarra vintage che segue passo passo la voce di Cindy Lauper impreziosendola in modo affascinante, rendendola quasi notturna e profonda.
In poche parole l’album Menphis blues non decolla. Certo, questo disco è ben suonato: buone le parti di tutti gli strumenti, eccellente il lavoro sulle melodie, sempre precisi gli arrangiamenti, ma è proprio la voce dell’artista che cozza sugli standard proposti.
Per concludere, sembra più un album nato per estetica che di voce blues, un collante che voleva essere alternativo, ma che si è smagliato pezzo dopo pezzo.

Etichetta:Naive

Punteggio: 6

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