La copertina è quello che è. Ma state bene attenti: i due cantautori hanno più fosforo e idee di tanti altri loro colleghi.
13 i brani, che sembrano sfornati così, tranquillamente e senza sforzo apparente.
Si passa dalla prima traccia “Uragano” alla ballabile “Non voglio dire“, per poi passare a “Amore a strisce” che risulta innegabile la naturale simpatia che suscita.
Una melodia intonata su un giro d’accordi perfetta è “Nostalgia”, un altro pezzo davvero riuscito.
I brani di “Flop” hanno un denominatore comune: tutti i pezzi sono veloci, acuti e fantasiosi.
Anche il cantato merita un plauso, una voce quasi irreverente che fa piacere ascoltare.
Ottimi momenti ballad anche nel brano “Rock’n’roll”: un tributo agli anni d’oro del buon Rock’n’Roll di Johnny Cash, Jerry Lee Lewis o i fantastici Beatles.
“Io sono incazzato” è una canzone effervescente, mentre, “Ma l’amore che cos’è” è un gioiellino di stampo folk, ogni nota, pur avvalendosi di strumenti tra i più vari e strampalati, trasuda originalià, a cui si aggiunge un testo allegro e ironico che sfociando in un ritornello ben curato, risulta molto orecchiabile.
Ben strutturate anche le tracce ” E le foglie che sorridono” e “Il centro commerciale”.
Tutti i personaggi di questo disco vanno in qualche modo, contro quello che si deve o si dovrebbe fare: “Vivere alla meglio” e “Jazz club” lo dimostrano.
La conclusiva “Otto e mezzo” rende omaggio ad un film, un incontro, un piccolo sentimento proibito, negato e mai iniziato, un uomo, la notte, un’ora ben precisa, un Mastroianni alle prese co i suoi amori veloci e silenziosi.
“Otto e mezzo” è come una pallina di ping pong, quella che rimbalza con grande abilità.
Cecco e Cipo con l’album “Flop” risultano geniali nella loro semplicità e nell’abilità di aver creato dei pezzi accattivanti e di piacevolissimo ascolto.
Punteggio: 7