Il disco è composto da 11 canzoni nella versione standard e da 13 nella Special Edition. L’album è stato anticipato dal singolo “We Take Care of Our Own“.
L’apertura è affidata a “We Take Care Of Our Own” una gran bella miscela di suoni e atmosfere, quasi un inno: rimanere uniti questo è il motto dell’artista.
L’ascolto di tutte le canzoni scivola via che è un piacere, ogni brano possiede una propria indelebile autenticità, si passa da un rock graffiante, ruvido e rauco, ma allo stesso tempo pieno di energia con le tracce folk-rock “Easy Money“, “Shackled and drawn” e “Death To my Hometown“, dove si evince una velata, ma tagliente critica al sistema economico americano.
Il lavoro di Springsteen trova la sua completezza dentro canzoni come: “This depression“, brano magistrale, una malinconica ballata in cui l’artista o per meglio dire The Boss racconta della perdita del lavoro e delle conseguenze che ne derivano nella vita nell’affrontare ogni giorno la frustrazione di essere soli e abbandonati dal sistema.
Nel disco non manca nemmeno una velata di blues e gospel con il pezzo “You’ve got it“, o come la bellissima “Rocky Ground“, qui meno scorpacciate di chitarre e più voci e cori, un’esplosione di note liquide ma sempre in un certo senso taglienti e di cuore.
Ma c’è da dire che ogni brano possiede una propria indelebile autenticità.
Vibrano anche di autentico ardore le tracce “Land of Hope and Dreams“, “We Are Alive” e “Swallowed Up” (In The Belly Of The Whale), canzoni degne di una classe e di una forza che solo un uomo di mezza età come Springsteen con un passato musicale che ingombra ed un futuro radioso può permettersi.
Non dimentichiamoci il pezzo “Wrecking Ball” che ha dato il nome all’intero lavoro: “Sono stato cresciuto d’acciaio qui nelle paludi del Jersey, un po’ di nebbiosi anni fa Attraverso il fango e la birra, e il sangue e le esultanze, ho visto i campioni andare e venire
E allora Signore, se hai il fegato, sì se hai le palle, se pensi che sia il suo momento, allora scendi in campo, e lancia la tua palla demolitrice”. Dunque rabbia, disgusto e indignazione nel testo.
Chiude il disco la cover di “American Land“, la voce è sempre perfetta, le chitarre sempre taglienti e abrasive, i ritmi sincopati di batteria definiscono le coordinate di un suono nel contempo fisico e cerebrale, poi quel violino sotto la ballata folk e la penetrante voce del Boss è davvero bella senza riserve, energica e intelligente.
In sostanza “Wrecking Ball” è un disco dove le idee continuano ad accavallarsi e a progredire e dove i vecchi e nuovi adepti di Bruce Springsteen non possono farsi scappare.
Punteggio: 8