Nelle 18 tracce di “Conseguenze del groove” Bobby Soul è accompagnato dalle tre band che lo hanno sempre seguito negli ultimi anni (Les Gastones, The Knickers e Los Bonobos Boracheros) dunque si può parlare di lavoro solista fino ad un certo punto.
Istinto e libertà sono il motivo conduttore di un disco che sprizza funky-soul in ogni suo momento: molte delle canzoni presenti sono nate da vere e proprie jam sessions registrate fra Londra e Genova.
Si parte con “Conseguenze” che subito fa capire di che pasta è fatto l’intero album e non a caso ne è considerato il brano manifesto.
Molto orecchiabile col suo stile canzone “Gli occhi mezzi veri”, uno dei momenti migliori.
“Amore a prima vista” ha un groove coinvolgente e si avvale dei fiati della Invisible Horn Section.
“Crudele” è l’episodio più accattivante con le sue atmosfere jazz-bossanova curate dai Les Gastones: da segnalare che era già presente, con un diverso arrangiamento, in 73% Phunk”.
Bella la cover acustica di “Freedom” di Ritchie Havens, brano entrato nella leggenda perché fu quello con cui il cantante chiuse il suo live a Woodstock.
“Stringidenti”, già nota per aver anticipato l’uscita del disco la scorsa primavera, è un invito a tenere duro senza mollare nel difficile mondo odierno.
“Per chi viene dopo” è la traccia più particolare ed emozionante. “Passo dopo passo” è una lunga jam psichedelica in cui si passa con grande scioltezza dal funk al blues.
“Non è un do ut des” è sicuramente il pezzo più sperimentale: domina il black sound grazie al feature del gruppo hip hop genovese Zero Plastica.
L’ironia diventa protagonista in “Conseguenze della Tetta Cosmica”: un morbido e suadente funk dei Les Gastones si accompagna agli interventi di Alberto Valgimigli e delle Intergalactic Sisters.
Torna il grande groove funky in “Sesso e Religione”, con i fiati padroni della scena e la bella voce di Hira Grossi, per un manifesto esplicito della libertà in amore.
“Per arrivare a te” è un brano di grande classe ed eleganza, adattamento di due poesie di Franco Cadoni con arrangiamenti curati da Andrea Alesso.
Si passa addirittura al rock con “Stessa storia”: è questo forse l’episodio meno riuscito, ma solo perché in un disco del genere forse appare un po’ fuori luogo, pur se nobilitato dalla partecipazione del grande cantante R&B bolognese “The Soul”.
“Un’assoluzione” è il secondo singolo estratto, che riprende il sound rockeggiante, ma stavolta condito di soul.
“Ancora” spezza l’aggressività delle due precedenti canzoni con le chitarre acustiche dei Los Bonobos Boracheros.
Si chiude con “L’uomo della porta di servizio”, poderoso funkettone acido, e “Oggi ho visto la tua faccia”, cantato insieme al promettente AlVox Lupia.
“Conseguenze del groove” ci riconsegna un Bobby Soul in grande forma: “il padrino italiano del funky” è tornato con un disco decisamente convincente.
Recensione a cura di Piero Vittoria
Punteggio: 7