L’album, composto da dieci canzoni, parte con The erased, un brano dall’atmosfera onirica su sound elettronico. La voce catalizza fortemente l’attenzione di chi ascolta, anche se la drum machine distrae leggermente dalla melodia.
Watercicle profuma di Oriente e accompagna Nina su un ritmo di scansione regolare che si sposa perfettamente al testo. Suggestivo, il pezzo fa realmente immaginare carovane che, lente, si muovono sotto un sole cocente.
MLATR fa molto Massive Attack; la voce si fa chiusa e netta su un cantato dall’eco rap che resta cupo, malgrado il refrain più soave.
Let the rain fall e Where are you sembrano intimamente collegate: torna la calma quasi malinconica suggellata dalla voce rassicurante e sinuosa. Inizia una danza seducente dai movimenti languidi che attira, non a caso, l’intro di una voce maschile; a seguire, in Where are you, la sensazione è di smarrimento dei sensi come se, dopo l’amore, sia il momento della malinconia. La cadenza fissa e senza sorprese calza a pennello con il mood della canzone.
Miss X è una fiaba elettro-gotica nella quale la voce saltella inquieta, malgrado il fatto che la parte musicale ha ampia evidenza.
Giro di boa, almeno il tempo di una canzone: A un solo passo è l’unico brano in italiano. Un pezzo dolce e accogliente sottolineato da violini. Graffiante il finale, tanto quanto le unghia di una donna sulla schiena dell’amante.
Speciale l’alchimia tra la sezione degli archi e gli elementi ritmici.
Sign O’The Times infrange l’incanto su ritmi ipnotici, vagamente trip-hop. L’orecchio è colpito da continui stimoli sonori, martellanti, eterogenei eppure ben calibrati tra loro.
Universe mantiene il ritmo sostenuto spingendo l’elettronica verso un sentore quasi dance. Sembra un pezzo da club newyorkese: balli in terrazza sullo skyline.
Damn you chiude l’album e riporta l’ascolto su ritmi regolari: torna la dolcezza di un misticismo amoroso denso e carico di tensione.
C’è forte l’energia donna-uomo e si esplica in un duetto in cui una voce maschile incrocia – solo per pochi istanti – la voce principale: l’irruenza maschile placata dalla sensualità di Nina.
The Black Mill è un buon prodotto musicale degno di nota più per la voce di Nina che per il comparto prettamente musicale, semplicemente perchè questo genere di elettronica è stata anche fin troppo abusata in questi anni.
Buona la produzione ed evidente la buona resa di ciascun partecipante a questo progetto che, tuttavia, resta memorabile per questa voce incisiva e non omologabile.
Punteggio: 7