Il geniale violinista è sorpreso, incredulo ed esterefatto sia per il successo che riscuote il pianista marchigiano, sia per l’ultimo episodio che l’ha visto protagonista: il concerto di Natale al Senato.
“Quel concerto – dice Uto Ughi in un’intervista a La Stampa – mi ha offeso come musicista” e continua: “Le composizioni di Allevi sono musicalmente risibili. Se cita dei grandi pianisti del passato lo fa per rimarcare che, a differenza di loro, lui e’ anche un compositore. Lui e’ un nano in confronto a Horowitz e a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno e a Mina“.
Ughi passa quindi a parlare della musica di Allevi: “Un collage furbescamente messo insieme, nulla di nuovo. Non ha alcun grado di parentela con la musica he chiamiamo classica, ne’ con la vecchia ne’ con la nuova. Nel suo campo ci sono pianisti, cantanti, strumentisti, compositori assai piu’ rilevanti di lui”.
Insomma, a parere di Ughi il successo del riccioluto pianista è una sorta di esaltazione di massa che rispecchia in pieno il carattere e la situazione attuale degli italiani: “Il suo successo e’ il termometro perfetto della situazione del nostro paese: prevalgono sempre le apparenze“.
Uto Ughi se n’è tolti di sassolini dalle scarpe!
Una sola riflessione: Allevi probabilmente non sarà l’emblema o lo stereotipo del compositore di musica classica (a patto che si possa parlare di stereotipi) ma bisogna riconoscergli il merito di aver riportato attenzione, soprattutto nelle nuove generazioni, su un genere ritenuto – a torto – di nicchia.