Paragoni e metafore forti a parte, ogni cosa strizza forte l’occhio a quel country americano di maniera che un po’ i Linkin Skynyrd (tanto per fare un esempio main stream) hanno sdoganato al grande pubblico rendendolo appena più pop del solito. E “Right Notes” è un disco che non cerca scuse: appena 5 inediti, un ep si direbbe, ben in tiro con quel sound tipico da tramonto e da fuoripista sabbiosa da fare su una jeep di ferro…e che sia birra a scorrere a fiumi. Bellissimo riff di chitarra a darci il benvenuto nella title track del disco e quella intro un po’ claptoniana nella ballad di blues e caldo afoso che è “Dead Man’s Curve”…e ancora la chiusa decisamente rock da primo maggio “Three Crosses” dove forse più che altrove viene fuori un’anima soul. Se ci fossero state i fiati non avrebbero fatto una lira di danno!!! E se con “Keep Your Way” (quella della radiolina all’inizio) ce ne andiamo nella contea di Hazzard (tranne che per l’inciso decisamente pop…ma non per la radiolina), con il singolo blues che scuote le vene “Another Day” davvero non resta che aprire una bottiglia di Whisky e farsi un giro a cavallo. Insomma, un tiro assolutamente fantastico quello degli Spaghetti Jensen.
Inutile spendere tempo e parole sul suono. Quello purtroppo tradisce questo presente fatto di bellezza e di perfezione. Eppure…in molti tratti se chiudo gli occhi…
Luca Marsi per FullSong
“Right Notes”: il nuovo disco degli Spaghetti Jensen
Che poi uno dovrebbe dire che la trovata di anticipare un brano con la radiolina che cerca di sintonizzarsi è qualcosa di vecchio ma vecchio davvero!!! Un po’ come far sentire la puntina del vinile…ma quando lo fanno gli Spaghetti Jensen che nel “vecchio” sguazzano con estrema competenza e rispetto allora vien da dire: ecco da dove nasce l’idea.
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