Autore soprattutto, ma anche cantautore schierato in prima linea a difendere un certo tipo di italianità in musica. Quella che va sempre difesa perché, forse pochi lo sanno, la cultura pop italiana è celebrata in tutto il mondo. Moderne contaminazioni ne rappresentano una certa evoluzione, ma in fondo la radice è quella che ci portiamo nel sangue ormai da tantissimi anni. Così arriva fresco dalle righe della Ara Music un raccoglitore di nuove canzoni di bella musica italiana, appunto, dove non c’è troppo di nuovo ne troppo di rivoluzionario però si apprezza e si deve sottolineare che tutto questo non è omologazione ma rispetto di un certo tipo di linea editoriale, un certo tipo di credo sostenuto da fatti concreti di quel saper fare che spesso abbiamo perduto di vista. Semplice e professionale. Certo la ballata al Natale, uscita nei giusti tempi, oggi trascina i disco fuori contesto e ne fa perdere di appiglio. Però i guizzi geniali di generi diversi, dal Jazz all’elettronica (mai nessuno propriamente puri e certificati da un marchio qualità), richiami di funk e un rock leggero leggero quasi a strizzare l’occhio al moderno più che all’America. Insomma, levati via quei piccoli particolari a tratti invisibili ai più, per il resto il disco di Raffaele Tedesco è un perfetto esempio di moderna produzione pop italiana dove si canta l’amore che oggi, evviva la crisi, si manifesta in forme più sociali e meno personali. Infatti Tedesco ci parla dell’uomo e del ritorno alla vita reale con tutte le sue emozioni e tutte i suoi peccati, di gola, di carne, di passione. Di sicuro, non è un disco da tener fermo nella rete del mondo digitale.