Il disco contiene undici standard jazz rielaborati e riarrangiati dalla formazione, nei quali le sonorità particolari dei sassofoni danno un’ “altra taglia” a brani da sempre ascoltati e conosciuti: dai grandi classici del jazz a composizioni più moderne, che vengono trattati con arrangiamenti di grande freschezza e modernità.
Il disco fonda le proprie radici nell’affiatamento e nell’esperienza live maturati dalla formazione, lasciando emergere una grande coesione in cui le voci ben delineate di ciascun musicista trovano la loro massima espressione nel cercare e trovare un suono di gruppo originale ed incisivo, che si costruisce su momenti in cui lo slancio improvvisativo dei singoli trova il proprio spazio nel canovaccio di partiture ben congegnate.
Ogni melodia è costruita su di un vero e proprio coro di sassofoni, all’interno del quale ciascuna timbrica si mescola e si fa parte di un’unica tensione armonica.
In questo senso è significativa la composizione del quartetto: sassofono baritono (Laura Venditti), sassofono tenore (Armando Mancini), sassofono alto (Angelo Marocco), sassofono soprano (Luciano Bonari).
Un disco che fa della leggerezza la propria cifra distintiva, senza virtuosismi velleitari e scorrendo attraverso tracce orecchiabili e ballabili. Si passa così da brani come Ain’t Misbehavin e Smoke gets in your eyes, scritti rispettivamente nel 1929 da Fats Waller e nel 1933 da Otto Harbach e Jerome Kern, che richiamano le atmosfere tipiche dei primi decenni del ‘900, e sembra così di essere proiettati in un’altra epoca, a brani più recenti come Ultimo Tango a Parigi (Gato Barbieri), reso celebre dall’omonimo film di Bernardo Bertolucci del quale fu colonna sonora nel 1972 o a The Chicken di Jaco Pastorius, dalle ritmiche ed armonie più ricercate e virtuose.
Scrive Ada Montellanico, raffinata voce del jazz italiano:
“Ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo questo sorprendente quartetto un anno fa in un bel concerto, e l’aspetto che mi ha più colpito è stato il suono d’insieme unito alla forte comunicativa del gruppo. Elementi che ho ritrovato intatti e ancora più maturi in questa prima incisione. Una menzione speciale va alla brava baritonista Venditti. Uno strumento difficile e di certo non consueto per una donna musicista e proprio per questo colpisce la forza e il groove di Laura che sostiene egregiamente l’ossatura del quartetto con grande maestria. In un periodo storico in cui viene spesso privilegiata la bravura solistica, scegliere una formazione che ha la prerogativa di esprimersi nel lavoro di squadra, in cui la bravura del singolo si pone a servizio del gruppo, è espressione di maturità e coraggio.”
“Other Size” è il nuovo album jazz del SouthZone Saxophone Quartet
Esce il 6 ottobre in tutti i digital store e nei negozi di dischi Other Size, primo lavoro discografico del SouthZone Saxophone Quartet.
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