Una frase, a margine di un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”. Quanto basta per mettere in allarme il mondo della musica italiana e, soprattutto, chi da sempre lo apprezza.
Alla fine dell’anno e, quindi della tournée, Niccolo’ Fabi lascia per un periodo di tempo imprecisato il mondo della musica. “Andremo avanti fino al 26 novembre” ha detto il cantautore romano, uno dei migliori della generazione 60 “quando chiuderemo al Palalottomatica di Roma. A quel punto potrò dire chiusa questa fase della mia vita artistica: ciò che avevo da dire l’ho detto“.
Alla domanda incalzante del giornalista su “come sarà dunque il nuovo Niccolò Fabi”, l’artista risponde “al momento non lo so, mi prenderò tempo, farò una pausa per capire dove andare a parare. Mi dedicherò agli affetti, agli amici. Ridarò attenzione a certe dinamiche della vita che ho trascurato in questi anni. Questa fase è finita nella maniera migliore. Per ora non sto scrivendo, ma so che tenterò di fare qualcosa di completamente diverso. Non penso di poter andare oltre una canzone come Vince chi molla“. Ma come sta oggi Niccolo’ Fabi? “Meglio che vent’anni fa“, risponde.
E’ evidente, dalle parole dell’intervista, che Niccolo’ Fabi è alla ricerca di altro. La morte di sua figlia, che non aveva neppure compiuto 2 anni, ha certamente rivoluzionato la vita del cantautore romano. Sono passati 7 anni e in questo lasso di tempo, l’emozione è ancora tangibile nei brani di Fabi. Brani che il tempo ha reso ancora più belli.
La tragedia e la maturità hanno incredibilmente fatto crescere lo spessore musicale di questo artista. Gli ultimi album sono un vero tributo alla dea musicale. Un intreccio di parole e note, che toccano corde raffinate. Un misto di malinconia, poesia, estasi. Brani ricercati e ben arrangiati sebbene la musica è quella pop. A dimostrazione che non è il genere che rende bello il brano ma è la capacità dell’artista a rappresentare la bellezza.