Muse: pagate tangenti per concerto di Roma, indagini in corso e smentita

Dichiarazione a sorpresa: i Muse avrebbero pagato tangenti per il concerto di Roma. La Questura ha deciso di indagare ma nel frattempo è arrivata la smentita ufficiale.

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Il concerto dei Muse a Roma dello scorso 6 luglio 2013 verrà ricordato a lungo dai fan: lo spettacolo è stato infatti registrato poichè, come annunciato poco prima dell’inizio dello show, la band ha deciso di realizzare il dvd del tour in corso proprio a Roma.
Una bella soddisfazione che però si sta adombrando di un antipatico sospetto. Intervistato dal “The Sun“, Matt Bellamy – leader dei Muse – ha affermato che per lo staff della band si compone di molti professionisti del ramo legale ed economico, al fine di riuscire a stipulare buoni accordi e di sbrogliare problemi con promoter locali, enti e forze dell’ordine.
Sin qui nulla di strano, se non quando si inizia a parlare nello specifico della data di Roma: “we had to bribe people with thousands of euros“, dice Bellamy, riferendosi alla possibilità di poter sparare vampate di fuoco da un apposito impianto del palco.
La dichiarazione ha destato un boato di polemiche e di stupore poichè lascia intendere che per far sì che si potessero usare questi effetti speciali qualcuno dello staff dei Muse avrebbe pagato una mazzetta, non è ancora chiaro a chi di preciso. Bellamy non fa nomi, si limita solo a dire che è stato necessario telefonare più volte all’Ambasciata Britannica con sede a Roma, per poter parlare con qualche responsabile.
I vertici della Questura di Roma non sono rimasti indifferenti e hanno annunciato di aver avviato una serie di accertamenti in merito a questa dichiarazione, in modo da poter presto fornire un’informativa alla Procura.
Intanto però l’organizzatore italiano dei concerti dei Muse – Vivo Concerti – ha tenuto a precisare in una nota ufficiale che “tutto si è svolto in modo regolare“, sottolineando che “non c’è stato alcun tentativo di corruzione“.
Di fatto, dunque, si vanno a smentire le parole di Bellamy, specificando che sono state rispettate tutte le procedure di sicurezza, dopo aver opportunamente ottenuto le licenze richieste e dopo che i test di sicurezza da parte di chi di dovere hanno dato esito positivo.
Quanto ai molti esborsi di denaro di cui ha parlato l’artista, nella stessa nota si fa presente che “Sono state pagate le tasse previste per il lavoro fatto da tecnici e ingegneri esterni all’organizzazione per ottenere i necessari permessi dalle autorità locali. Questo riguarda anche i fuochi di artificio e i certificati di sicurezza in linea con gli standard adottati per tutti i gruppi che si esibiscono in Italia, in aggiunta ai certificati già approvati dalle autorità negli altri Paesi europei dove i Muse si sono esibiti quest’estate“.
Sarà la Questura, unitamente alla Procura, a cercare di capire a cosa si riferisse Bellamy.


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