Con questo nuovo disco il cantautore bolognese ci fa fare il giorno del mondo in una barchetta di legno e di carta passando per i colori a pastello tra paesi e favole e piccoli villaggi di pietra. E la fantasia non manca e non avrebbe motivo di arrestarsi dopo aver ascoltato questo disco che coniuga a se l’arte apolide di incontrare e ingoiare il mondo di anime e di controculture contadine con quel piglio terreno di chi fa il mestiere del cantautore. Si intitola “Il senno del pop” questo nuovo disco di Mirco Menna, shocking nel look per niente sobrio e decisamente provocatorio com’è provocatoria la sua poesia all’interno di queste nuove canzoni. Ci troviamo la canzone d’autore che viaggia come viaggiavano i treni a vapore, ci troviamo il paese e il quartiere, il baco dei pegni, la milonga e il brasile, la bossa nova che si fa circense e si fa francese… c’è quel retrogusto di napoletanità melodica alla “Modugno” quando in questa title track, tanto per fare un esempio, e c’è del fascino irresistibile quando denuncia il sistema del grande commercio nella bellissima “Descaffalatore”… che un poco rimanda al Capossela del “Decervellamento”. Un album di giostrai e antichi mestieri, un disco davvero di pregio e di quella scuola nomade della canzone d’autore che tanto affascina, dagli abiti alle abitudini, dalle contaminazioni alle influenze… arrivando, ovviamente, a quell’innata propensione di evitare o rifiutare il futuro della tecnica restando incollati fedelmente alle grandissime tradizioni. Il carretto di Mirco Menna gira per i vicoli del centro.
Venghino signori verghino… belle canzoni in questo disco da non perdere.