“Michael era impegnato in un percorso incredibilmente difficile e spesso autodistruttivo negli ultimi anni. Una persona non può sopportare un livello di stress del genere per così tanto tempo”.
Con queste parole Micheal Levine, assistente di Jacko nel periodo dei processi del 1993, ha commentato la notizia della morte di Jackson, puntando il dito sull’eccessiva pressione subìta da Jacko nell’ultimo periodo.
Questa ipotesi sembra essere ampiamente accettata dalla famiglia del re del pop che mostra rabbia per il massiccio uso di farmaci, ultimamente spropositato ed intensivo. Al coro di queste voci, si aggiunge Tarak Ben Ammar, ex produttore di Michael Jackson: “E’ chiaro che i criminali in questa storia sono i dottori che lo hanno seguito lungo tutta la sua carriera, che hanno distrutto la sua faccia, che gli hanno dato le medicine per alleviare il dolore. Era un ipocondriaco e non si sapeva mai se era malato davvero perchè era circondato da ciarlatani che gli sfilavano migliaia di dollari per droghe e vitamine”.
Ipotesi e accuse pesanti che potrebbero esser chiarite solo dagli esiti dell’autopsia, nei prossimi giorni.
Michael Jackson morto per stress e medici strampalati
Michael Levine ipotizza che l’eccessiva pressione dovuta all’organizzazione del This Is Tour abbia dato la stoccata definitiva. Tarak Ben Ammar accusa del decesso i medici chiandoli “criminali”.