Si intitola “Le vie dell’insonnia”, una produzione di confessioni, riflessioni, scandite da una voce che non perde un attimo per star dentro un periodo che riempie di parole e concetti quasi fossero eterne filastrocche…il tutto condito da melodie non facilmente orecchiabili ne semplificate di soluzioni immediate o costruzioni accattivanti.
Quello della Giorè dunque, è un ascolto complesso e introspettivo, difficile da raccontare, è un suono che richiede dedizione ed energia soprattutto per scavalcare pregiudizi e aspettative – come dire – ovvie. Quasi a rompere questo veto di coerenza spuntano fuori brani più “allegri” e decisamente interessanti come “Scarse prospettive” in cui è una splendida sezione di fiati a decantare un andamento “popolare” che quasi ci porta tra le braccia di un pop italiano molto ma molto affascinante.
“Le vie dell’insonnia” dunque, eccezion fatta per questo e pochi altri passaggi, non si vuole mescolare sugli scaffali dei tanti tutti uguali. Ancora acervo di ingenuità ma sicuramente la strada è quella giusta. Buon ascolto a tutti.
RECENSIONE DI : LUCA MARSI