Lebowski: un nuovo disco di avanguardie

Si intitola “Cura violenta” questo nuovo disco dei Lebowski che sinceramente dalle prime mi aveva fatto credere ad un bel lavoro strumentale che potesse coniugare a se l’eleganza alla psichedelia.

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Meraviglioso dialogo di sax in questa canzone d’apertura che da il titolo al disco. Si cambia subito scenario, l’apertura tribale di “Animali nella Notte” ha poco da giocarsi in quanto a melodia spalmando una la voce dalla timbrica tagliante su un tappeto di dub distorto alla indie maniera. Ed è poi questo il gran filo conduttore stilistico di questo lavoro, scenario noise che pesca dall’italiano medio del settore in brani come “Mi Sento Uh!” o dalla canzone d’autore di Silvestri (sembra assurdo ma è così) quando cantano la giocattolosa “L’Antagonista”. Il singolo “Paolo Ruba Cuori” ha quel sapore artificiale elettronico che un poco mi rimanda alle stesure sociali di Frei o a quel certo modo di unire a se canzone d’autore e mood cibernetici. E troviamo anche l’urbanizzazione dei polizieschi anni ’70 con questi riff di chitarra o qualche disegno melodico come accade in “Giorno Zero” per esempio nella prima fase di sviluppo dell’ultima traccia “Journal Noir”. L’elettronica d’avanguardia di Gianluca Lo Presti (registrazione e mix del progetto) ha pensato e voluto un disco difficile nel dialogo come nella fattura, in cui i suoni sono ricorsivi e anestetizzanti, in cui il noise non lascia scampo alla poesia e dove la voce avrebbe potuto sicuramente cercare altro oltre al solito status quo indie di urlatori rancorosi. “Cura Violenta” è un disco che aiuta a lasciare segni evidenti di questa nuova scena musicale italiana anche se sarà dura e lunghissima la lotta contro gli stilemi pop del santo amato main stream.


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