La tentacolare agenzia di stampa internazionale ha annunciato di aver avuto una copia dell’autopsia effettuata sulla salma di Michael Jackson e ha reso noto quanto scaturito delle analisi.
Michael Jackson era tutto sommato in buona forma, affatto sottopeso (62 chilogrammi), con molte cicatrici – facilmente riconducibili ai numerosi interventi di chirurgia plastica effettuati negli anni – ma senza problemi tali da far pensare al pericolo di morte. Nello specifico, l’esame autoptico ha riscontrato difficiltà polmonare dovuta ad infiammazione – fastidiosa e ormai cronaca ma tenuta a bada – e una forma di artrite. La logica conclusione dell’indagine medica è dunque chiara: Michael Jackson è stato ucciso da una dose eccessiva dell’anestetico che, fino a prova a contraria, gli è stata somministrata dal medico personale Conrad Murray per contrastare l’insonnia.
Non fosse stato per l’iniezione di Propofol, Michael Jackson sarebbe stato un uomo di 50 anni in salute, con cuore e reni senza alcuna patologia e, tutt’al più, qualche tatuaggio a scopo estetico, come quello per pigmentare le sopracciglia e, pare, un altro sul cuoio capelluto da orecchio a orecchio, forse per tamponare visivamente la calvizie.
Alla luce dei risultati dell’autopsia e, stando alle cronache fino ad oggi note, la posizione di Conrad Murray si è decisamente aggravata.
L'autopsia di Michael Jackson parla chiaro: era sano
Nessun deperimento e nessuna malattia: secondo l’autopsia Michael Jackson è morto a causa della dose di anestetico. I dettagli svelati da Associated Press e riportati dal Sun.