Presentata a Londra una raccolta di scatti che ritraggono i fratelli Gallagher & soci agli inizi della loro ascesa musicale.
Dev’essere una grande emozione per il fotografo Paul Slattery avere il ruolo testimone dell’entrata nel mondo della discografia e dello spettacolo della band brit-pop più discussa degli ultimi anni.
Ieri sera la mostra allestita al Gilbson Guitar Studio, dal titolo Oasis: A year on the road, ha ricostruito visivamente la scalata del gruppo nel periodo che intercorre tra il Marzo 1994, momento in cui Slattery ha conosciuto il quartetto, fino alla pubblicazione del primo album, Definetely Maybe, del 1996.
“Li incontrai la prima volta agli Eden Studios di Londra, grazie ad un amico che avevamo in comune, il fonico Mark Coyle”, ha dichiarato il fotografo durante la presentazione del progetto, rivelando un restroscena divertente: “il mio passaporto per entrare in contatto con gli Oasis fu presentarmi con una cassa di lattine di birra, azione che mi permise di avere a che fare con loro, facendomi sentire un fan adolescente che fa di tutto per relazionarsi con il proprio idolo”.
Molti i ricordi di quegli anni rimasti impressi nella memoria di Paul, a partire dai primissimi show dal vivo in piccoli luoghi, come il locale 100 Club situato nella capitale inglese, fino al concerto di pochi mesi dopo tenuto davanti a 10 mila persone alla Sheffield Arena, testimonianza della vertiginosa ascesa della band tra ammirazione ed acclamazione da parte del pubblico e della critica.
Tra le immagini più significative presenti nel libro, uno scatto con protagonista un Liam Gallagher divertito che scende in mezzo alla folla di uno spettacolo del Settembre 1994 a Nagoya: “Fu una serata speciale, di totale interazione con gli spettatori, fino al punto di eseguire un bis a fine concerto tra gente visibilmente emozionata di assistere all’evento”, ricorda con innocente nostalgia il fotografo.
Sui motivi della fine della collaborazione con gli Oasis, Slattery precisa che “la loro sempre crescente notorietà e importanza acquisita in quel periodo ha fatto si’ che la comunicazione con i Gallagher divenisse sempre più difficile: poche persone avevano un cellulare, perciò non potevo contattarli facilmente ovunque essi fossero”.
“Non ho lavorato più con loro anche per un’altra ragione: amo seguire le band quando sono sconosciute e affamate di successo, è questo tipo di eccitazione che forma l’essenza del rock’n’roll”, ha infine commentato Paul.
Fonte: Nme
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