Per i lettori di FullSong ecco la nostra intervista a Fabio Curto.
Qual è stata l’ispirazione che ti ha portato a scrivere “Via di qua”?
Un forte bisogno di verità.
Nel brano si sentono forti influenze folk, ce ne parli?
Ho sempre amato il folk americano tra i tanti e l’idea di provare l’effetto con un testo in italiano mi ha molto incuriosito. Suonando quel genere avverto sempre una miscela di leggera malinconia e al contempo un soffio di vita inarrestabile.
Questo nuovo singolo quale capitolo della tua vita professionale apre?
Quello da indipendente che vuole fare musica che gli da soddisfazione e che gli piace suonare da solo o in band. Quel capitolo in cui voglio poter essere l’unico responsabile di una scelta musicale bizzarra.
Ti senti cambiato rispetto ai tempi in cui hai vinto The Voice?
Non molto, solo professionalmente porto un bagaglio di esperienza che influisce su alcuni miei comportamenti.
Si parla tanto di crisi dei talent show: tu cosa ne pensi? Possono fare ancora da scouting?
Non ho mai seguito un talent in vita mia, vi ho solo partecipato. Credo nel talento che si trova nei posti più impensabili ma credo soprattutto nella musica come esigenza di vita, non come passerella.
Quanto ti senti legato alle tue origini? La popolarità che hai avuto ti ha in qualche modo influenzato?
Si mi sento molto legato alle mie origini come ad altri luoghi che mi hanno accolto. La popolarità non ha influenzato molto il mio modo di vivere se no in alcuni aspetti della vita sociale, tipo la passeggiata.
Ci parli dei live acustici che stai tenendo in giro per l’Italia?
Ho smesso con i live acustici one man band, per il momento e mi sto dedicando al progetto in band.
Progetti per l’estate (e oltre)?
Sarà un’estate di lavoro in band, speriamo di esibirci il più possibile, lo spettacolo è molto frizzante e si sentono un po’ tutte le influenze del mio trascorso musicale, tra serietà e goliardia.
Laura Frigerio per FullSong