Che ruolo ha la musica nella tua vita e che cosa rappresenta per te?
La musica ha avuto un ruolo primario nella mia vita, ne ero appassionato fin da bambino.
La definirei come una sorta di redenzione. È una musica che salva quando si ha il bisogno di essere salvati;
è una musica che ascolta quando si ha il bisogno di essere ascoltati ed è una musica che libera quando abbiamo bisogno di essere liberati da quelle colpe che inconsciamente ci infliggiamo e da quegli stati d’infelicità in cui spesso viviamo.
Come nascono i tuoi brani e cosa vorresti trasmettere con essi?
Le mie canzoni prendono vita nel momento in cui non riesco più ad esprimere un concetto attraverso il semplice dialogo.
Purtroppo le parole che vorrei dire non sempre escono fuori nel modo giusto e quindi provo a metterle in musica,
con la speranza che qualcuno possa ritrovarsi anche solo in minima parte nelle storie che racconto.
Qual’è il tuo più grande sogno nel cassetto? Progetti futuri?
Credo che quello di riuscire a riempire un palazzetto con persone che cantano le mie canzoni sia uno dei sogni più grandi per chi, come me, vuole vivere di musica.
Riesco solo vagamente a percepire l’adrenalina e l’emozione che si può provare in quell’ esatto momento…
Sarebbe fantastico!
Attualmente sono in studio per lavorare ad un nuovo album che vedrà la luce nei primi mesi del 2018,
quindi ci sarà da aspettare ancora un po’.
Hai un punto di riferimento all’interno del mondo musicale? e Cosa ti ha insegnato e ispirato?
Sono nato e cresciuto con la musica pop quindi principalmente è essa il mio punto di riferimento.
Poi con il tempo ho scoperto anche altri generi,
ma il pop è il pop. Il primo amore non si scorda mai!
Un saluto a tutti i lettori di Fullsong Magazine da Oreste Di Chello!
Valentina Privitera per FullSong