Si intitola “Controindicanzoni” ed è il nuovo disco di Inigo & Grigiolimpido. Fimarto Interbeat Records, a voi il nuovo vestito di scena di un’interessante realtà italiana, un progetto di musica d’autore che mescola sotto lo stesso tetto i dettami classici e gli ingredienti di quell’ascolto tradizionale che tanto amiamo e che forse mai abbandoneremo.
Un disco di cantautorato, un disco di rock, un disco di pop, un disco di denuncia, un disco di analisi, quell’analisi che ognuno fa di sè, o che dovrebbe fare.
Forti di una società che lascia continui spunti di ispirazione in tal senso, ricca di sufficienza e qualunquismo un po’ ovunque e su qualunque fronte, specie sul lato culturale e musicale, gli Inigo & Grigiolimpido sanno come colpire il gusto e l’ascolto del proprio pubblico e ci riescono, con quella sicurezza di chi ha vissuto molto in questa direzione, con quell’efficacia di chi sa giocare con testi e parole semplici per disegnare trame e definizioni di più ampio respiro.
L’eterna lotta tra etica e conformismo, tra il senso primo delle cose e il far vedere, tra musica inedita d’autore e cover band da pub per vendere birra a stock. La vita presa nel quotidiano sotto due punti di vista che secondo Inigo Giancaspro, autore e leader della band, sancisce sempre di più il confine tra teoria e pratica, tra chi si butta in un gioco senza sosta in perenne battaglia e rivoluzione sia personale che professionale e chi invece si adagia sugli allori della massa e del comuni pensare ripercorrendo percorsi industriali già segnati dal passaggio di antichi saggi.
“Controindicanzoni” è un bel disco di sana musica italiana che non non vuole dimostrare e non vuole insegnare.
Non è un disco che spettina e stupisce, ne in scrittura ne in qualità, non gareggia per divenire un riferimento negli ascolti di oggi e probabilmente neanche crede di poterlo fare.
Probabilmente invece è un modo come un altro di giocare a sagomare il lecito e l’opportuno, quello che si rende necessario dire e quello che che fa scena e crea disordine…anche se ormai, più dell’amor cantato, è divenuta moda lamentarsi di ciò che non va e ciò che non ci piace. Lamentarsi è lecito, denunciare è un diritto. La musica sta diventando ormai un porto sicuro per tutte queste chiacchiere che, grazie alla stessa natura in cui esse sono confinate, possono godere di giustificazioni e lasciapassare a fronte di una loro perenne mancanza di applicazione pratica.
Ci piace questo disco. Basta trattarlo per quello che è, basta conservarlo con cura e lasciarlo libero di dire la sua. Fosse curato nei dettagli, nella qualità e nella sua fattura artistica e sonora, avrebbe di certo le carte per restare a lungo nello stereo di tutti i giorni.
di Davide Ciancone