Sfruttare al massimo le potenzialità della scenografia e portare il pubblico a casa dentro l’Ariston, tra palco e orchestra. “Ogni anno ci impegniamo per portare un elemento di novità – spiega il regista Stefano Vicario, alla sua ottava edizione – non solo dal punto di vista stilistico ma anche tecnologico. Una prospettiva insolita sarà regalata in questa edizione da una telecamera montata su un braccio a quarantacinque gradi che potrà entrare nell’apertura sulla sommità della cupola che caratterizza il palco”. Verrà così valorizzata non solo la natura double face della struttura, che muta di trasparenza in base all’illuminazione, ma anche la visuale che consente di creare.
Con il rimando a uno dei luoghi più romantici di Roma, Vicario ne descrive l’effetto “Si avrà un po’ la sensazione di quando si guarda attraverso la serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta sull’Aventino. Questa e altre scelte di regia puntano a valorizzare la verticalità di una scenografia che va vissuta dal basso verso l’alto, con tutta la sua profondità”.
Un elemento chiave della manifestazione canora è come sempre l’orchestra, che quest’anno avrà una disposizione più circolare rispetto al passato e verrà mostrata con il movimento avvolgente di una telecamera su carrello che la circonderà.
Il racconto del festival potrà contare su 12 telecamere e 14 operatori, “una squadra straordinaria – sottolinea Vicario – per seguire gli artisti anche nelle loro improvvisazioni, nel loro modo a volte atipico e imprevisto di muoversi tra scena e pubblico. Un’elasticità che caratterizza la regia di una manifestazione in cui ospiti e cantanti si sentono in una cornice speciale concedendosi una libertà di movimento che è difficilmente riducibile e imbrigliabile in uno schema”.
Un’ulteriore freschezza verrà data dall’utilizzo di una particolare telecamera portatile tipica delle produzioni di video musicali e che a Sanremo verrà usata per la prima volta per un evento in diretta, mentre di solito viene adoperata per filmare materiale che necessita di postproduzione. “Si tratta di uno strumento di versatilità assoluta – conclude Vicario – più performante di una telecamera a spalla”.