Ve lo presentiamo con stima e stupore, come celebrazione di una semplicità che troppo spesso oggi manca nelle produzioni attualissime e – come fosse un dovere – futuristiche di invenzioni. Come in tutto l’esordio, anche in questo singolo si respira velato di colori pastello, una vita che scorre a dimensione d’uomo, un suono che corre lungo strade del proprio io. Dagli U2 di ultimo piglio alle dolci pitture di Damien Rice in una versione meno acustica e un filo meno intima. E poi il video: inglese in tutto e per tutto, girato a Londra, un piccolo film che nasconde in se un significato assai atroce e sottile, metaforico fin quanto è possibile…dalla traduzione del testo che Fab scrive a quattro mani con Gray Renda (che ha composto la musica di questo brano) tuttavia le vie di fuga sono poche e inequivocabili. Determinante il primo piano sulla “borsa” che sembra pulsare di vita…sembra…
Fab insomma ci regala un bel pasticcino per chiudere il pranzo ricco di un esordio che ormai scalpita e richiede che ci sia nuova musica prima che passi ancora altro tempo. Intanto in rete e di seguito il nuovo video: “I Have a Hearth”. Play Loud gente…
LUCA MARSI PER FULLSONG