Anticipato dal singolo Tira a Campare con Edoardo Bennato, l’album è un vero e proprio omaggio alla musica italiana grazie alla partecipazione di grandi nomi del nostro panorama.
Ecco dunque che La Differenza punta i riflettori su brani straordinari che oggi più che mai risultano attualissimi e li fa propri nel sound e nel mood incidendoli insieme ad artisti quali Edoardo Bennato, Eugenio Finardi, Ron, Alex Britti, Enrico Ruggeri, Omar Pedrini , Tony Cicco, Garbo.
Spazio anche a Faust’o (il brano di quest’ultimo è però in realtà inciso con Alberto Fortis) e un omaggio agli Skiantos e al loro leader Freak Antoni scomparso nel 2014.
Grande plauso a La Differenza per un’operazione sincera e coraggiosa allo stesso tempo: non è da tutti confrontarsi con i grandi interpreti della musica italiana ma scegliendo non le loro grandi hit, ma canzoni più nascoste nella loro discografia da far conoscere così alle nuove generazioni.
Un solo inedito , Molecolare, che promette scintille dal vivo.
Abbiamo parlato di questo sorprendente disco con Fabio Falcone, cantante de La Differenza.
Hai detto che questo è il miglior album de La Differenza …
“Di solito gli artisti dichiarano sempre che l’ultimo disco è il più bello, in questo caso è davvero così: abbiamo speso due anni della nostra vita nella sua lavorazione ed è come quando, dopo aver studiato per un esame importantissimo all’università, ci si siede di fronte al professore e ci si mostra sicuri di quanto studiato. Noi siamo sicuri del lavoro fatto, un qualcosa di approfondito, di studio ed analisi: si è trattato di alzare l’asticella, mettersi a confronto con i big della nostra musica … insomma dopo aver studiato procedura penale così tanto bene in tanti mesi, seduti ora di fronte al docente siamo sicuri di saper rispondere alle domande!”.
Perché dei tempi di lavorazione così lunghi per questo disco?
“Un po’ il gioco ci è sfuggito dalle mani, un po’ è stato un bene. Quando entri nella pancia della balena, cioè in uno studio discografico, capita che è così bello rimanerci visto che ti senti nella “comfort zone” : sei a tuo agio coi tuoi compagni di viaggio, con i musicisti, il produttore del disco Stefano Severini e dunque potresti rimanere lì per anni. Ad un certo punto ti devi però dare uno stop altrimenti rischi di andare avanti all’infinito. Questo è un album che va in controtendenza rispetto ai ritmi di lavorazione dei dischi di oggi: come spesso succede si tende infatti a pubblicare un album ogni due anni circa oppure due in album in un anno e mezzo o addirittura due in dieci mesi. Questo modo di operare può essere utile al mercato, ma non sicuramente all’arte. Ricordo che negli anni ’60 ’70 ’80 e ‘90 le band e gli artisti si prendevano tempi più lunghi. Per realizzare un buon disco non si tratta solo di farlo tecnicamente, ma è molto importante risentirlo, rimetterlo in discussione, cancellarlo e rifarlo da capo: solo in questa maniera verrà fuori un gran disco. Questa volta penso che siamo riusciti nell’intento”.
Con Stefano Severini alla produzione siete tornati ad essere voi stessi, a ritrovare l’identità artistica originaria de La Differenza: sei d’accordo?
“Stefano Severini è il nostro produttore storico, con lui abbiamo inciso il primo disco “Preso”, ci conosce meglio di chiunque altro come persone e musicisti. Questo ci porta da un lato ad avere conflitti quotidiani come quando convivi con la tua donna per anni e si dice “l’amore non è bello se non è litigarello”.
Allo stesso tempo ci permette di esprimerci al meglio delle nostre forze: avere lui significa essere con il sesto uomo in studio, per noi è come una sorta di George Martin con i Beatles”.
La scelta del singolo è caduta su Tira a Campare di Edoardo Bennato: come mai?
“Per incidere questo nostro nuovo lavoro ci siamo riascoltati le discografie di tutti gli artisti coinvolti nel progetto: oggi è uno dei vantaggi del mondo digitale poterlo fare. Quando siamo incappati in Tira a Campare che Edoardo aveva scritto nel 1973 per Napoli, abbiamo pensato che, se fosse stata scritta nel marzo 2015, periodo in cui ci abbiamo lavorato noi sopra, sarebbe stata perfetta. Ci siamo rivisti nel pezzo: è una dichiarazione di amore incondizionato e sofferente verso la propria città. Noi abbiamo estrapolato il concetto da Napoli portandolo al nazionale, l’amore ma allo stesso tempo anche la sofferenza e l’odio che tutti noi proviamo per l’Italia, una nazione che non ci permette a volte di essere come vorremmo, che forse ci reprime e non ci fa guardare al nostro futuro. Nel video non compariamo per scelta perché per la prima volta nella nostra storia abbiamo voluto che fossero le canzoni a parlare per noi, non volevamo metterci la faccia per far vedere che tornavamo sul mercato dopo alcuni anni di silenzio, la musica davanti a tutto.
Nei prossimi video compariremo”.
Trappole è stata scelta da Eugenio Finardi per voi.
“È una canzone pronta per i nostri live e in realtà arriva proprio da un concerto l’idea di inciderla. Suonammo al Concerto del Primo Maggio 2016 a Bologna organizzato proprio da Finardi. Ci vide suonare un pezzo degli Skiantos ed un altro di Omar Pedrini cantato con Pedrini stesso. Scesi dal palco dicemmo ad Eugenio che stavamo lavorando ad un disco ricco di collaborazioni e che avremmo voluto incidere qualcosa con lui e lui scelse Trappole. In dieci giorni l’abbiamo realizzata e Finardi ha inciso la sua parte giudicando buona la prima”.
Sole Spento è l’unica hit presente nell’album.
“Ci piace dire che il disco contenga canzoni meno note dei grandi big della musica italiana ad eccezione di una , Sole Spento, grande hit dei Timoria. L’abbiamo trasformata in un reggae: di solito si velocizzano i brani, noi abbiamo fatto il contrario. Come avrete capito questo è un disco controcorrente e anche in questo caso abbiamo rallentato i BPM della canzone originale lavorandola sulle strofe in modo reggae e poi sul ritornello rock e dark indie. È stata dunque stravolta. Siamo molto amici di Omar Pedrini, artista eccezionale e persona fantastica. Personalmente la canzone rappresenta un momento importante della mia vita: nel periodo della sua uscita io vivevo ancora a Bologna e entravo nel mondo della discografia pubblicando la mia prima canzone proprio quando Omar faceva uscire Sole Spento con i Timoria nel 2001. Ricordo che eravamo in promozione entrambi, fu il mio primo passo ufficiale nella musica”.
C’è un solo inedito nel cd, Molecolare, brano molto tirato.
“È una canzone inizialmente scritta da Davide Di Maggio, autore tra l’altro di Cleptomania, grande hit degli Sugarfree. È una delle più grandi penne della musica italiana. Mi ha fatto sentire il pezzo, sono intervenuto sul testo cofirmandolo. È l’unico inedito, spero che la casa discografica lo scelga anche come singolo: mi piace tanto, io l’andrei a sentire volentieri dal vivo vista la sua forza”.
Io ti cercherò con Ron è un altro grande momento di questo disco. Torna il mood dell’intero progetto: è La Differenza che canta e fa sue queste canzoni dei grandi big della nostra musica.
“È una “caramellino”, così come premi play ti passa in un attimo. Ron è un gran signore, ha dimostrato quanto sia importante essere professionisti nella musica. Abbiamo stravolto la canzone che è diventata nostra. La prima volta che ho sentito la voce di Ron insieme alla mia ho pianto, mi sono commosso, è stata una grande emozione”.
Fortuna che non era niente con Alex Britti: altra scelta in linea con il disco, ma stavolta sound non troppo diverso dalla versione originale …
“È una canzone del suo secondo album. Il rapporto con Britti è stato molto intenso, lui con noi generosissimo. Ha sia cantato dando un marchio identificativo al pezzo, ma anche fischiato alla fine e suonato soprattutto la chitarra e tutti conosciamo il suo talento nel farlo. Siamo stati fieri di incidere questo che è il brano forse più pop dell’intero disco, ma allo stesso tempo fortemente radiofonico. È stata una vera fortuna confrontarsi con un artista come Alex”.
L’omaggio agli Skiantos e al suo leader Freak Antoni con Non farò mai quello che vuoi ha origini “bolognesi” e racchiude anche una storia particolare sulla sua incisione. Ce ne parli?
“Ho vissuto tanti anni a Bologna, conosco bene dunque la discografia degli Skiantos. Volevo rifare un loro brano. Suonammo proprio questo al Primo Maggio l’anno scorso. Non siamo riusciti a trovare un big che volesse collaborare con noi in questa canzone: avevamo chiesto prima a Francesco Facchinetti, ma è sempre molto impegnato e dunque non ha potuto, poi a Gianni Morandi, ma era in tour con Baglioni.
Alla fine l’abbiamo fatta nostra incidendola da soli, il risultato finale ci soddisfa molto, ha una grande energia e spaccherà live”.
Altre grandi collaborazioni sono quelle con Alberto Fortis che ha inciso con voi un brano di Faust’o, Tony Cicco della Formula 3 e Garbo …
“Conosciamo bene musicalmente questi altri grandi nomi, ma li abbiamo approfonditi anche grazie a Stefano Severini che ci ha instradato. Oggi per radio passa troppa musica simile quasi sempre a se stessa, questi brani poco conosciuti dal grande pubblico che lui ci ha fatto ascoltare hanno uno spessore unico.
Se mi vuoi è il primo che Tony Cicco ha inciso da solista dopo aver lasciato la Formula 3 e fu prodotto da Gianni Boncompagni e scritto da Carla Vistarini. Oh Oh Oh è inciso con Fortis, ma è una canzone di Faust’o artista di nicchia che però con questa riscosse un grande successo. Alberto Fortis è un artista fantastico ma forse poco conosciuto dalle nuove generazioni. Il nostro intento è proprio comunicare ai ragazzi di oggi che non esiste solo ciò che gira oggi nella nostra musica, ma ci sono artisti che hanno fatto la storia e anche i loro brani meno conosciuti sono dei capolavori. Garbo è un’altra scelta radicale, lui molto in voga negli anni’80. La sua È tardi è contenuta nell’album Manifesti: l’abbiamo rimiscelata in stile R.E.M. con lui che canta con la sua voce un’ottava sotto la mia, bellissima versione. Sono sinceramente soddisfatto di tutte le canzoni del disco ed è la prima volta che mi succede”.
Il disco si chiude con Le Louvre di Diana Est scritto da Enrico Ruggeri che la canta con voi nel cd. Un successo dance dei primi anni’80 che diventa una ballad con piano e archi, altra scommessa vinta …
“Le Louvre viene proposta in una versione piano e violini. La versione originale era molto elettronica e dance, noi l’abbiamo rivoltata completamente chiedendo a Ruggeri, autore del testo, di cantarla con noi.
Il disco viene chiuso così idealmente come succedeva ad esempio in album storici nei quali l’ultimo pezzo non era un singolo ma era la giusta chiusura. Abbiamo fatto un disco alla vecchia maniera”.
La formazione de La Differenza cambia di nuovo in questo disco: ora siete in quattro. La band è sempre in evoluzione …
“Mi piace definire La Differenza come un movimento di pensiero: siamo un collettivo di persone che ogni tanto si riunisce per realizzare qualcosa di bello che ci piace. Nella vita di ognuno di noi ci sono della fasi, magari qualcuno può fare un passo indietro o ricoprire un ruolo diverso all’interno del gruppo come nel caso di Giò Martinelli nostro bassista storico, che ha suonato in alcuni pezzi, ma è regista anche del primo video e sta già lavorando allo storyboard del prossimo. Ci sono poi tanti amici che ci hanno aiutato in questo nuovo lavoro: Andrea Colonna, Francesco Scaricamazza, Fabrizio Ranucci che hanno inciso tracce di basso o chitarra, Mattia che ha inciso, oltre le chitarre, anche tracce di basso. Io ho registrato le parti di pianoforte, il nostro produttore Stefano Severini ha registrato gli archi e il pianoforte, Lucio D’Alessando (coproduttore del nostro primo disco) ha inciso gli archi in Le Louvre e Io ti cercherò, Chiara Sileno i cori in Le Louvre … insomma è un collettivo di persone che si unisce nel nome della band La Differenza e vuole fare insieme buona musica. Il messaggio più importante è proprio questo: partiamo dalla musica!”.
Seguirà un tour all’uscita del disco?
“Non pianifichiamo un vero e proprio tour, il nostro è un calendario sempre in continua evoluzione.
Ci saranno anche delle presentazioni del disco”.
Line up attuale de La Differenza:
Fabio Falcone (voce)
Jakka (tastiere)
Mattia Pompei (chitarre)
Davide Cancelli (batteria)
Tracklist Il Tempo Non (D)Esiste
Tira a Campare featuring Edoardo Bennato
Trappole featuring Eugenio Finardi
Sole Spento featuring Omar Pedrini
Molecolare
Io ti cercherò featuring Ron
Fortuna che non era niente featuring Alex Britti
Non farò mai quello che vuoi
Se mi vuoi featuring Tony Cicco
Oh Oh Oh featuring Alberto Fortis
È tardi featuring Garbo
Le Louvre featuring Enrico Ruggeri
Piero Vittoria per FullSong