Dente: “Tommaso Paradiso, lavoriamo insieme!” L’intervista

Incontro ravvicinato con Dente, pronto per il suo tour estivo, con il quale l’8 giugno aprirà la stagione del Carroponte.

DENTE DENTE

Incontriamo Dente (al secolo Giuseppe Peveri) a Sesto San Giovanni, in occasione della conferenza stampa di Carroponte 2017. Sarà infatti lui, definito dagli organizzatori “il miglior cantautore degli ultimi 500 anni”, ad aprire la stagione di quello che è ormai diventato un punto di riferimento per l’estate milanese (e non solo).
Noi di Fullsong.it abbiamo fatto due chiacchiere con lui.

Che rapporto hai con Carroponte?
“Abitando a Milano, conosco questo posto da quando l’hanno aperto e devo dire che negli anni è cresciuto molto bene, mi fa piacere. L’ultima volta ho suonato qui due-tre anni fa, sul palco grande ed è stato molto emozionante, figuriamoci inaugurare la stagione! Credo che questa manifestazione sia importante per Sesto San Giovanni, ma anche per Milano che è il suo principale bacino d’utenza (anche se, diciamolo, spesso i milanesi preferiscono muoversi nelle zone che possono raggiungere a piedi, per poi andarci in macchina”.

Ti definisci un cantautore mesto, ma cosa ci dobbiamo aspettare dal tuo live estivo?
Canzoni scelte sulla base dell’estività, nei miei limiti, ovviamente. Si è vero: i miei testi sono tristi, ma verrà accompagnato dai Plastic Made Sofa che li renderà all’apparenza più leggeri, felici e potrebbero anche fare muovere il piede. I concerti estivi saranno, in generale, diversi da quelli del tour invernale”.

Sappiamo che sul palco del Carroponte avrai degli ospiti…
“Si, uno non si può ancora svelare, ma l’altro sarà il poeta Guido Catalano. Ci conosciamo da un po’ e siamo molto affini: io ho partecipato al suo spettacolo all’Alcatraz di Milano e ora sarà lui nel mio, con un siparietto che stiamo ancora studiando. Lo stimo molto e siamo diventati anche amici”.

Milano è da sempre una città importante sul fronte musicale. Ti ha in qualche modo influenzato?
“Io non sono milanese di origine, vivo qui da dieci anni, ma mi sento molto legato alla scena degli anni’60, quella del cabaret di Enzo Jannacci, Dario Fo, Cochi e Renato. Credo che sia stato un periodo magico per la canzone e la città, perché c’era la possibilità di fare cose nuove, di inventarsele, senza seguire per forza determinate regole”.

A proposito di scene. Cosa pensi di quella indie attuale?
“Credo sia molto valida e sono felice di vedere che sta facendo anche grandi numeri”.

E dei TheGiornalisti, considerata band del momento?
“Credo che Tommaso Paradiso sia un bravissimo autore e che finalmente la band sia riuscita a trovare la sua giusta dimensione, in un pop raffinato, fatto con un certo stile”.

Tu invece pensavi di diventare un cantautore cult?
“Assolutamente no! Anzi, ad essere sincero non ero nemmeno sicuro che la mia musica potesse piacere. Mi piace ricordare i miei inizi senza pretese. Tutto è venuto da sé, passo dopo passo e mi ha fatto una certa impressione andare a suonare in quei locali che prima frequentavo solo come spettatore”.
Il tuo ultimo album “Canzoni per metà” è uscito lo scorso anno. Quando ascolteremo quello nuovo?
“Non lo so ancora. Per il momento ho lanciato un nuovo singolo dal titolo ‘Quello che si ha’, che non era in ‘Canzoni per metà’ e non sarà nemmeno nel prossimo album. È una canzone satellite che ho lanciato nell’etere e che farò ascoltare per tutta l’estate”.

Hai qualche sogno nel cassetto? Qualcuno con cui vorresti collaborare?
“Dato che ne abbiamo parlato prima mi viene spontaneo dirti con i TheGiornalisti. Lancio un appello: Tommaso, dai, lavoriamo insieme!”


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